Hiroshima, 6 agosto 1945
06 agosto 2016
di Giovanna Ferradini
I bombardamenti atomici di Hiroshima e Nagasaki in Giappone furono due attacchi nucleari operati sul finire della seconda guerra mondiale. L'aeronautica militare statunitense - il 6 agosto 1945 alle ore 8:15 - sganciò la bomba atomica "Little Boy" sulla città giapponese di Hiroshima, seguita tre giorni dopo dal lancio dell'ordigno "Fat Man" su Nagasaki. Il numero di vittime dirette è stimato da 100 000 a 200 000, quasi esclusivamente civili. Per la gravità dei danni, diretti e indiretti, causati dagli ordigni e per le implicazioni etiche comportate dall'utilizzo di un'arma di distruzione di massa, si è trattato del primo e unico utilizzo in guerra di tali armi. Il presidente degli Stati Uniti d'America Harry Truman decise di utilizzare la nuova bomba sul Giappone. Nelle sue intenzioni dichiarate il bombardamento doveva determinare una risoluzione rapida della guerra. Nel corso di una riunione tenutasi negli Stati Uniti a maggio 1945 vennero suggeriti, come obiettivi, le città di Ky?to, Hiroshima, Yokohama, Kokura e Nagasaki oppure gli arsenali militari. Nel corso della riunione si decise di non utilizzare la bomba atomica esclusivamente su un obiettivo militare per evitare di mancare l'obiettivo e quindi "sprecare" la bomba. Nella decisione finale dovevano difatti essere tenuti in maggior conto gli effetti psicologici che l'utilizzo della bomba atomica doveva avere sul governo giapponese. Inoltre era opinione diffusa che la nuova bomba dovesse avere un effetto sufficientemente spettacolare affinché fosse riconosciuta a livello mondiale. Alla fine la scelta cadde su Ky?to, noto centro intellettuale giapponese che proprio per questo dopo fu risparmiata e sostituita con Kokura, Nagasaki e Hiroshima, che ospitava un importante deposito dell'esercito. Nel 1945 Hiroshima era una città di grande importanza militare e industriale e nei suoi pressi erano presenti alcune basi militari, come il quartier generale della Quinta Divisione e quello del maresciallo Shunroku Hata, secondo quartier generale dell'esercito a cui faceva capo l'intero sistema difensivo del Giappone meridionale. Hiroshima era una base minore, dedita al rifornimento e all'appoggio per le forze armate. La città era soprattutto un centro per le comunicazioni, per lo stoccaggio delle merci e un punto di smistamento delle truppe. La priorità per lo sgancio della bomba fu infine data proprio a Hiroshima dopo la segnalazione che essa era l'unico tra gli obiettivi che non avesse al suo interno e nei dintorni campi per i prigionieri di guerra. Il centro della città ospitava una grande quantità di edifici di cemento armato e alcune strutture più leggere. In periferia l'area era congestionata da una miriade di piccole strutture di legno, usate come locali da lavoro, posizionate tra una casa e l'altra. Alcuni stabilimenti industriali si estendevano non lontano dal limite periferico della città. Le case erano di legno, con soffitti leggeri, e molti edifici industriali avevano a loro volta pareti a incastro di legno. La città nella sua interezza era potenzialmente ad altissimo rischio d'incendio. La popolazione di Hiroshima aveva raggiunto un picco di 381.000 abitanti prima della guerra, ma prima del bombardamento atomico la popolazione era rapidamente diminuita a causa di un'evacuazione generale ordinata dal governo giapponese, tanto che il 6 agosto si contavano circa 255.000 abitanti. La scelta della data del 6 agosto si basò sul fatto che nei giorni precedenti diverse nubi stratificate coprivano la città, mentre il giorno dell'attacco il tempo era variabile. Per la scelta fu deciso di far decollare, prima della missione vera e propria, un B-29 senza armamento, il cui compito era quello di indicare al comando la situazione del tempo sopra le città scelte per lo sgancio. L'obiettivo inizialmente designato per il bombardamento atomico era Kokura, ma a causa delle nubi estremamente fitte che sovrastavano la città si decise di cambiare bersaglio. Quando gli altri B-29 stavano già volando ricevettero la risposta affermativa per bombardare Hiroshima. Tutti i dettagli, la pianificazione precisa, della tabella di volo, la bomba a gravità e l'armamento della bomba con i suoi 60 kg di 235U (uranio 235) vennero studiati nei minimi particolari e tutto si svolse così come era stato stabilito a tavolino. La scelta della data del 6 agosto si basò sul fatto che nei giorni precedenti diverse nubi stratificate coprivano la città, mentre il giorno dell'attacco il tempo era variabile. Per la scelta fu deciso di far decollare, prima della missione vera e propria, un B-29 senza armamento, il cui compito era quello di indicare al comando la situazione del tempo sopra le città scelte per lo sgancio. L'obiettivo inizialmente designato per il bombardamento atomico era Kokura, ma a causa delle nubi estremamente fitte che sovrastavano la città si decise di cambiare bersaglio. Quando gli altri B-29 stavano già volando ricevettero la risposta affermativa per bombardare Hiroshima. Tutti i dettagli, la pianificazione precisa, della tabella di volo, la bomba a gravità e l'armamento della bomba con i suoi 60 kg di 235U (uranio 235) vennero studiati nei minimi particolari e tutto si svolse così come era stato stabilito a tavolino. Circa un'ora prima del bombardamento la rete radar giapponese lanciò un allarme immediato, rilevando l'avvicinamento di un gran numero di velivoli americani diretti nella zona meridionale del Giappone. L'allarme venne diffuso anche attraverso trasmissioni radio in moltissime città nipponiche e fra queste anche Hiroshima. Gli aerei si avvicinarono alle coste dell'arcipelago giapponese a un'altezza molto elevata. Poco prima delle 08:00 la stazione radar di Hiroshima stabilì che il numero di velivoli entrati nello spazio aereo giapponese era basso, probabilmente non più di tre, perciò l'allarme aereo venne ridimensionato (il comando militare giapponese infatti aveva deciso, per risparmiare il carburante, di non far alzare in volo i propri aerei per le formazioni aeree americane di piccole dimensioni). I tre aeroplani americani erano i bombardieri Enola Gay, The Great Artiste e un altro aereo, in seguito chiamato Necessary Evil, cioè "male necessario" (l'unica funzione di questo aereo fu quella di documentare, attraverso una serie di fotografie, gli effetti dell'impiego dell'arma atomica). Il solito allarme aereo non venne azionato, dato che veniva normalmente attivato solo all'approssimarsi dei bombardieri. Alle 08:14 e 45 secondi l'Enola Gay sganciò "Little Boy" sul centro di Hiroshima, il sensore altimetrico era tarato per effettuare lo scoppio alla quota di 600 m dal suolo, dopo 43 secondi di caduta libera. Subito dopo lo sgancio l'aereo fece un'inversione di 178°, prendendo velocità con una picchiata di circa 500 m e perdendo quota, allontanandosi alla massima velocità possibile data dai quattro motori a elica. L'esplosione si verificò a 580 m dal suolo, con uno scoppio equivalente a tredici chilotoni, uccidendo sul colpo tra le 70 000 e le 80 000persone. Circa il 90% degli edifici venne completamente raso al suolo e tutti i cinquantuno templi della città vennero completamente distrutti dalla forza dell'esplosione. Testimone oculare del bombardamento di Hiroshima fu il padre gesuita e futuro generale dei gesuiti Pedro Arrupe, che allora si trovava in missione in Giappone presso la comunità cattolica della città e che portò aiuto ai sopravvissuti. Riguardo al bombardamento atomico, scrisse:
« Ero nella mia stanza con un altro prete alle 8:15, quando improvvisamente vedemmo una luce accecante, come un bagliore al magnesio. Non appena aprii la porta che si affacciava sulla città, sentimmo un'esplosione formidabile simile al colpo di vento di un uragano. Allo stesso tempo porte, finestre e muri precipitarono su di noi in pezzi. Salimmo su una collina per avere una migliore vista. Da lì potemmo vedere una città in rovina: di fronte a noi c'era una Hiroshima decimata. Poiché ciò accadde mentre in tutte le cucine si stava preparando il primo pasto, le fiamme, a contatto con la corrente elettrica, entro due ore e mezza trasformarono la città intera in un'enorme vampa. Non dimenticherò mai la mia prima vista di quello che fu l'effetto della bomba atomica: un gruppo di giovani donne, di diciotto o venti anni, che si aggrappavano l'un l'altra mentre si trascinavano lungo la strada. Continuammo a cercare un qualche modo per entrare nella città, ma fu impossibile. Facemmo allora l'unica cosa che poteva essere fatta in presenza di una tale carneficina di massa: cademmo sulle nostre ginocchia e pregammo per avere una guida, poiché eravamo privi di ogni aiuto umano. L'esplosione ebbe luogo il 6 agosto. Il giorno seguente, il 7 agosto, alle cinque di mattina, prima di cominciare a prenderci cura dei feriti e seppellire i morti, celebrai Messa nella casa. In questi momenti forti uno si sente più vicino a Dio, sente più profondamente il valore dell'aiuto di Dio. In effetti ciò che ci circondava non incoraggiava la devozione per la celebrazione per la Messa. La cappella, metà distrutta, era stipata di feriti che stavano sdraiati sul pavimento molto vicini l'uno all'altro mentre, soffrendo terribilmente, si contorcevano per il dolore>>.
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News » RICORRENZE | sabato 06 agosto 2016
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