di Cristina Borgato
Ciao! Mi senti bene? Mettiti comodo, devo farti sapere alcune cose. In questi anni mi sei sempre stato vicino e, nonostante la distanza, sei riuscito a farmi sentire la tua presenza e a farti conoscere. Sei stato una persona speciale, non solo per me: prima fra tutti per la nonna, la tua compagna di vita, il tuo grande amore, che hai rispettato e amato fino all'ultimo momento. Sei stato un papà severo, ma sempre presente per i tuoi figli. Per me sei stato Il Nonno. Hai sempre fatto in modo che mi divertissi e, anche negli ultimi momenti, mi hai voluto proteggere, forse troppo, privandomi di un ultimo saluto, un'ultima carezza. Durante la tua assenza, ho sempre chiesto di te, per conoscerti meglio, forse per conoscere meglio me stessa. Sai, quando una persona così importante per la tua vita ti lascia senza aver potuto rispondere a tante domande, credo sia normale cercare dei momenti per parlare di lei. Ripenso a te e ricordo quando da giovane, nel corpo dei Vigili del Fuoco, davi sfoggio delle tue doti di ginnasta. Ricordo quando facevi i cruciverba chinato sul tavolo rotondo della sala da pranzo, dove tante volte ho giocato a nascondino, o seduto sul bagnasciuga di quella spiaggia ligure dove ho vissuto momenti fantastici. Sei stato proprio tu a insegnarmi a fare le parole crociate, ascoltando musica “vintage”, che ora piace anche a me. Ricordo il tuo amore per gli animali e il gattino che portammo a casa quella sera, in inverno, in montagna. Ho saputo che da giovane dormivi con un gattino infilato sotto le lenzuola! Ricordo la tua schiena durante le lunghe pedalate per il quartiere, per giungere alla nostra casina, dove ogni pretesto era buono per chiamarti e attirare la tua attenzione, mentre giocavo da sola. Ricordo la nostra ultima partita a scala quaranta e la tua fragorosa risata, perché non sapevo come chiudere con tre jolly in mano. Hai riso fino alle lacrime! Le stesse lacrime che per anni ho versato io per averti perso. Stop. Cambio di scena. Subentrano i ricordi tristi, quelli che mi hanno accompagnato fino a poco tempo fa, e che, se mi fermo a pensare bene, restano quelli più nitidi. Sei stato una persona forte e premurosa fino alla fine; tutte le persone che ti hanno conosciuto ti ricordano con affetto, caro Mariett. Eri una persona buona e disponibile, troppo con alcuni personaggi. Ti penso e mi manchi, mi manchi ogni giorno di più. Ti rivivo nelle parole di nonna, nelle foto appese a casa, nello sguardo del mio papà e nel modo in cui si occupa del piccolo Enrico, quando lo prende in braccio, gli fa scoprire il mondo, quando ride e scherza con Sofia e Sveva: avete lo stesso sorriso. In questi momenti che ho la certezza che tu sei sempre accanto a me, per sostenermi, senza lasciarmi mai andare veramente, come quando mi insegnavi ad andare in bicicletta. Affronterò la vita con un accappatoio e uno scolapasta in testa, ricordandomi la tua dolce risata.
Milano, 05/03/1924 - Milano, 28/02/2000
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