GINEVRA PETRUCCI, SULLE ALI DEL FLAUTO
24 febbraio 2017
di Roberto Dall'Acqua
Arte, pura arte, attraverso le parole di Ginevra Petrucci. Che sono note emesse limpide e flautate.
- Chi è Ginevra Petrucci e come hai iniziato il tuo percorso artistico? <<Provengo da una famiglia di musicisti. Il mio incontro con la sfera dell’arte intesa come modus vivendi è stato un processo naturale, quasi necessario. I miei ricordi di momenti musicali giornalieri risalgono ai primi momenti di coscienza intellettiva, e questa esposizione precoce alla dimensione performativa della musica mi ha resa avvezza a seguire la medesima strada come conseguenza logica. La vera vocazione artistica è arrivata anni dopo, quando ormai la pratica musicale era già radicata nella mia quotidianità da diversi anni>>.
- Quanto ti arricchisce - professionalmente ma anche umanamente - il tuo lavoro? <<Il mestiere del musicista è legato a filo doppio con la condivisione del proprio lavoro con gli altri – si tratti di colleghi, di pubblico o di incontri collaterali. La condizione stessa del musicista ha in sé connaturata la ricerca di un contraltare con cui espletare la funzione stessa dell’arte musicale, e ciò comporta il doversi avvezzare allo status pressoché perenne del viaggiatore, che monta e smonta le tende a ritmi spesso molto intensi, venendo a contatto con situazioni variegate e dovendosi adattare con franchezza ad ognuna di esse. È questa sia sfida che ricchezza, fonte infinita di quella curiosità intellettuale che è conditio soggiacente qualsiasi tipo di compimento artistico>>.
- Suoni il flauto? Che rapporto hai con questo strumento e che vibrazioni ti dà? <<Il flauto è uno strumento che ha profonde affinità con la voce umana: la produzione stessa del suono, l’intimo legame della qualità di questo con l’afflato intrinseco dell’esecutore pongono le due forme di espressione su un piano estetico congenere. La capacità di “cantare” tramite il mio strumento è ciò che più mi affascina di esso – la quasi rimozione dell’elemento tecnico verso il raggiungimento di una connessione diretta fra sentire ed esprimere, fra pensiero interpretativo e realizzazione sonora>>.
- Chi sono gli artisti che segui con più passione? <<La più efficace ispirazione artistica proviene, per me, da uno spiccato senso di eclettismo. I musicisti, sia del passato che del mio presente, il cui monito mi sia fonte di continua riflessione sono numerosi. Ma altrettanti sono gli artisti figurativi le cui suggestioni siano in grado di stimolare in me un’idea musicale, gli scrittori le cui narrative sappiano creare panorami emozionali sui quali innestare un’interpretazione ispirata. L’ispirazione può giungere da stimoli eterogenei quanto inaspettati. E assai spesso senza alcun preavviso>>.
- Quanto è complicato e faticoso vivere e lavorare per una donna oggi nel terzo millennio e nella società dei social media? <<Che le donne possano essere ancora sfavorite da retaggi sociali ardui da estirpare da uno standardizzato sentire sociale può essere in parte vero, ma è più proficuo soffermare il pensiero sulla grande forza che le donne del nostro tempo possono trarre dalla loro preparazione, dalla paritetica competitività con i loro corrispondenti maschili, dalla concretissima realizzabilità di un compimento personale, carrieristico ed economico che nulla lasci a desiderare. Certi schemi sociali non hanno speranza di spezzarsi fintantoché non siano le stesse parti “deboli” del sistema a smettere di specchiarsi passivamente nella loro condizione svantaggiata. I passi avanti che si stanno compiendo in tal senso sono di grande portata, e francamente credo che i frutti migliori di tali conquiste siano semplicemente a portata di intelligenza>>.
- www.ilgiornaledelricordo.it si occupa di memorie, di storia. Qual è un bel ricordo (anche non professionale) di Ginevra? <<La dimensione del ricordo rappresenta per me un recupero di consapevolezza. Momenti anche di grande semplicità possono andare ad acquistare un’importanza simbolica a posteriori, vivificando il significato intimo di una intera esistenza. I miei ricordi più cari sono momenti simili – piccoli dettagli vivificati dal loro rendersi simboli di qualcosa di più grande. Con i ricordi si recupera il senso più puro della serenità, che tanto spesso si rivela ed incarna più nella proiezione del ricordo che nella sua immediatezza>>.
- Ha senso ha per te il ricordo storico? Ricordare alle nuove generazioni avvenimenti, episodi e persone che - magari vissute in tempi lontani - hanno rappresentato una traccia per il futuro? <<Nessuna esperienza artistica può prescindere dalla sfera del ricordo, che è tramite di consolidamento, trasmissione, avanzamento e perpetuazione. Il riferimento al passato è continuo nella vita di un musicista: la ricerca dell’essenza più rispondente alle intenzioni di ingegni creativi vissuti secoli or sono ci rende fondamentale l’approccio trans-temporale della ricerca. È un privilegio irrinunciabile nonché obbligo morale della coscienza artistica>>.
- Progetti, appunto, per il futuro di Ginevra Petrucci? <<La gestione di un certo respiro internazionale nella mia attività è oggetto di gran parte delle mie attenzioni in questo periodo, proprio per la molteplicità di situazioni che richiedono attenzione concomitante, e rimarrà ad occuparmi per gran parte del futuro prossimo>>.
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News » INTERVISTE | venerdì 24 febbraio 2017
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