IL CARNEVALE DI CANTU', UNA LUNGA TRADIZIONE

23 febbraio 2017

Testo e foto di Daniela Dall'Acqua
 
Ha preso avvio domenica 19 febbraio 2017 la 91° edizione del Carnevale Ambrosiano di Cantù. E’ il carnevale più ricco della Lombardia, con i suoi carri allegorici che sfilano per le strade della cittadina brianzola, centro dell’industria del mobile. Nato nell’antica Roma il Carnevale è il tempo in cui scherzo e goliardia prendono il sopravvento sulle regole. Sant’Ambrogio a Milano prolungò la durata del Carnevale di 5 giorni rispetto al quello di Roma. Nel 1574 San Carlo Borromeo toglierà un giorno per iniziare prima la quaresima (questo quinto giorno però verrà ‘recuperato’ col cosiddetto “carnevale di mezza quaresima”). All’inizio del XX secolo a Cantu si comincia a festeggiare il carnevale; era una delle poche occasioni di festa, per interrompere le fatiche della vita contadina e artigiana. Durante il carnevale era usanza scambiarsi i ruoli e capovolgere le gerarchie della vita quotidiana: il povero si vestiva da ricco, l’operaio da padrone, e viceversa. Nel “giovedì degli sposi” le coppie si scambiavano i ruoli per impersonare la propria controparte.
                 
 
A partire dagli anni ‘20 del Novecento, i primi festeggiamenti, che duravano una settimana, furono le sfilate serali in maschera per le vie della città. Durante il giorno infatti si continuava a lavorare nelle fabbriche e nei laboratori artigiani di mobili. Uscire la sera significava già, di per sé, sovvertire l’ordine quotidiano, dal momento che non vi era questa abitudine, in particolare per le donne, che in quella settimana godevano di questa libertà. Tra le maschere c’erano i Magnan, stagnini sporchi di fuliggine e vestiti di stracci che si spostavano con dei carretti per le vie della città, facendo scherzi, spaventando le persone col rumore, e cucinando polenta e vin brulè. Dopo la sfilata la festa proseguiva con le veglie collettive, con musica e balli, nelle scuole e nei circoli della città.
               
    
La tradizione del Carnevale canturino fu interrotta due volte: durante la seconda guerra mondiale (riprese nel 1948 con la sfilata di un biscione di 14 metri costruito dai giovani avventori della Pasticceria Villa a Pianella) e negli anni ‘60 (riprese negli anni ‘70 grazie ai frequentatori del bar Baffo). Il primo carro allegorico, nato nel 1951, sul tema de “Il giardino giapponese”, fu seguito da altri carri, di dimensioni sempre crescenti, costruiti ogni anno dai vari rioni della città, in gara tra loro per costruire l’allestimento più ricco e fantasioso. Nel 1996 nasce l’Associazione “Carnevale canturino”, che organizza da allora l’annuale sfilata, aperta ormai tradizionalmente dal carro della maschera cittadina “Truciolo”, garzone della bottega del falegname, un po’ pasticcione. Quest’anno, oltre ai carri dei rioni, si è aggiunto alla sfilata il gruppo Caporales San Simòn Italia che si esibisce in balli folcloristici boliviani. In contemporanea al Carnevale si tiene a Cantù il Festival della casseula, tipico piatto brianzolo a base di verza e carne di maiale. Si sfidano nove ristoranti locali, che si contendono il premio “Cazoeùla d’Ora”. Non perdete i prossimi appuntamenti del Carnevale canturino, domenica 26 febbraio e 5 marzo 2017. Sul sito www.carnevalecanturino.it le informazioni su orari, percorso dei carri e parcheggi. 
Ingresso gratuito per i bambini fino a 14 anni e 5 euro a persona per gli adulti.
                                      
 
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