Ravenna si presenta come un'anomalia nel panorama delle città italiane. non ha conservato tracce evidenti del castrum romano dove Giulio Cesare si fermò prima di decidere di attraversare il Rubicone e marciare verso Roma. ha un dedalo di vie che seguono l'antico andamento dei corsi d'acqua che la percorrevano, tra cui il Po e si dirigono verso il mare che un tempo lambiva la città e di cui si conserva un ricordo nel canale verso la stazione ferroviaria. una città splendente tra V e VI secolo di mosaici pavimentali e parietali custoditi in scrigni di mattone; una città dai misteriosi e unici campanili cilindrici che affiancano le chiese paleocristiane nel XII secolo; una città in cui le cose non sembrano essere cio' che sono: negozi con affreschi di chiese barocche, palazzi costruiti su resti di chiese e canali antichi lasciati a vista una cappella di palazzo grande come una basilica - sant'apollinare nuovo - che nasconde enigmi tra le tessere dorate dei mosaici (mani che spuntano disegnate sulle colonne del Palatium; storie di Cristo in una sequenza non aderente ai racconti dei Vangeli sinottici, lettere scritte sulle vesti dei santi che sfilano verso Cristo in trono, forse corrispondenti ad antiche note musicali; una vasca di pesci rossi che altro non è che una cripta). senza contare che Ravenna fu città di Dante, che vide i capolavori delle chiese e ne trasse ispirazione per la sua Divina Commedia. sepolto nel convento francescano, fu reclamato da Firenze e fu osannato e 'santificato' negli anni '20 del Novecento come precursore dell'Italia unita. città coi piedi in acqua - il bradisismo da secoli fa abbassare il livello del terreno sotto le acque - e con la testa sulle spalle - pratica, concreta ed operosa.
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