“Per anni ha salvato la gente dalle macerie di Aleppo e in mezzo all’orrore ha donato momenti di speranza. Ha dedicato la sua vita alle persone giovani e meno giovani della Siria. Le vittime più indifese della guerra”. La memoria di Khaled Omar, un volontario della protezione civile che era stato definito “l’eroe d’Aleppo” per il suo impegno instancabile. L'uomo - morto ieri durante un'incursione - aveva 30 anni. Chi poteva scappava dalla Siria ma Omar è rimasto lì, a scavare a mani nudi tra le macerie, con gli altri caschi bianchi, un gruppo di volontari formato da 2.600 membri, tra cui più di 50 donne. Salì agli onori di YouTube nel 2014 allorché - grazie a un video postato online sul sito di streaming - si fece conoscere in Occidente. In qui fotogrammi si vede il giovane volontario che salva un bambino, mentre scava - tra le macerie di una casa di Aleppo - aiutandosi esclusivamente con le mani. Un palazzo, infatti, era stato bombardato e una donna cercava di ritrovare suo figlio, neonato tra le macerie. Omar - esausto dopo svariate ore di ricerca unitamente agli altri volontari - era sul punto di rinunciare. In quel momento udì gridare. Khaled Omar seguì il pianto del neonato e, per tutta la notte, spostò detriti e macerie. Il bambino, alla fine, fu tirato fuori ancora vivo, tra le lacrime dei presenti. Khaled Omar era sposato e aveva una figlia di 3 anni, ma aveva deciso ugualmente di partire volontario. Ieri l’annuncio della sua morte ha destato profonda commozione.
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