Mario Riva, bontà e arguzia1913-1960
Mario Riva, bontà e arguzia1913-1960
di Giovanna Ferradini
Mario Riva, pseudonimo di Mario Bonavolontà è stato un conduttore televisivo e attore italiano, che raggiunse vasta popolarità negli anni cinquanta. Figlio del compositore napoletano Giuseppe Bonavolontà e di Teresa Chinzari da Antrodoco fu uno dei pionieri della televisione italiana. Era attore di varietà, rivista, commedia musicale, cinema, e iniziò la sua carriera durante la seconda guerra mondiale, facendo spettacoli per le truppe. In seguito, per una curiosa coincidenza, incontrò un altro famoso attore di varietà, Riccardo Billi, con il quale creò "Billi e Riva", una della coppie comiche più famose del suo tempo (in seguito altri seguirono il loro esempio come Tognazzi e Vianello e Franco e Ciccio). Dal 1938 partecipa, in parti secondarie, a diverse commedie e radiodrammi per l'EIAR; nella stagione 1942 1943 fa parte del cast di attori della popolare trasmissione settimanale "Il Terziglio", (con testi di Federico Fellini, Marcello Marchesi, Dino Falconi, Edoardo Anton, ed altri) e reciterà accanto a giovani attori come Giulietta Masina, Miranda Bonansea, Gemma Griarotti, Nunzio Filogamo e Rocco D'Assunta. Nel 1949 presentò alla radio "Oplà", programma che in seguito agli impegni cinematografici del conduttore fu affidato all'esordiente Corrado, ritenuto suo erede. Negli anni cinquanta avvenne l'incontro con i due giovani autori Garinei e Giovannini, con i quali, sempre assieme a Billi, interpretò alcune delle più famose e importanti riviste dell'epoca, assieme ad artisti come Wanda Osiris, Gino Bramieri, Walter Chiari, Carlo Campanini, Totò e Peppino De Filippo. Riva lavorò molto anche in campo cinematografico, comparve in più di cinquanta pellicole a fianco ad attori del calibro di Totò, Alberto Sordi, Vittorio De Sica, Walter Chiari, Aldo Fabrizi, e altri grandi interpreti, compresa la sua compagna Diana Dei e il solito Billi, col quale nel 1955 fu protagonista del film di Lattuada "Scuola elementare" e con cui aveva partecipato un anno prima alla trasmissione televisiva di Ugo Tognazzi e Raimondo Vianello del varietà "Un due tre". Alla fine degli anni cinquanta, con l'avvento della neonata Televisione (allora in bianco e nero e con un solo canale), dopo un esordio nella trasmissione "Duecento al secondo" di Garinei e Giovannini, tentò un nuovo linguaggio di spettacolo (sempre con la collaborazione di Garinei e Giovannini, diventati la firma più prestigiosa del varietà italiano) con lo spettacolo musicale "Il Musichiere" (primo quiz musicale televisivo della storia della TV), trasmessa dal 7 dicembre 1957 fino al 1960 dalla RAI, con circa 90 puntate. La trasmissione all'epoca registrava un ascolto di ben 19 milioni di ascoltatori, paralizzando di fatto l'Italia televisiva: si ricorda che nei cinema di Roma e Milano, i gestori dovettero mettere gli apparecchi TV per evitare che le sale in quel giorno e in quell'orario andassero deserte. Oltre a condurre la competizione tra i concorrenti, che si sfidavano per provare la loro conoscenza musicale, Mario Riva - che grazie a questa trasmissione può a buon diritto essere considerato il papà del sabato sera televisivo italiano - appariva al fianco degli ospiti d'onore, molto spesso celebrità internazionali, con i quali talvolta si produceva in inaspettati duetti (famoso quello con Josephine Baker). Riva interpretava inoltre la sigla finale della trasmissione "Domenica è sempre domenica", che rimase per molto tempo una delle canzoni più popolari. Nel 1960 Mario Riva era all'apice della sua carriera. Il 21 agosto di quell'anno era impegnato nella serata finale de Il Festival de "Il Musichiere", all'Arena di Verona. Il presentatore, percorrendo un praticabile del retroscena dell'alto palcoscenico eretto nel centro dell'anfiteatro, inciampando nell'oscurità (ingannato peraltro da una striscia di tela di sacco che celava uno spazio vuoto sottostante), precipitò rovinosamente dall'altezza di tre metri riportando la frattura della sesta vertebra dorsale, la frattura della quarta e quinta costola di destra, la frattura della quinta costola di sinistra, la sospetta frattura dello scafoide carpale destro ed una ferita lacero contusa al cuoio capelluto. L'incidente avvenne alle 21,15 circa. Riva aveva appena dato istruzioni al numeroso pubblico che gremiva oltre metà dell'Arena di Verona sul modo di comportarsi onde permettere il regolare svolgimento della ripresa televisiva e si era ritirato nel retroscena. Scomparso alla vista del pubblico, il direttore Gorni Kramer aveva dato il segnale d'attacco alla sua orchestra e lo spettacolo iniziava regolarmente senza che nessuno degli spettatori si avvedesse del trambusto che invece avveniva dietro le quinte. Il presentatore, che era atteso in scena mentre brandiva una torcia che sembrasse quella olimpica, rimase semi accecato dalle fortissime lampade del proscenio e cadde malamente fra assi e attrezzi. Subito ricoverato in ospedale fu sottoposto alle cure più urgenti (tra le quali l'infusione di un antibiotico fino ad allora utilizzato solo nelle broncopolmoniti infantili, la Polimixina B, consigliato dal prof. Campanacci di Bologna), ma sopraggiunte complicazioni polmonari (broncopolmonite da trauma) e cardiache concorsero ad aggravare il quadro clinico, ponendo fine prematuramente alla sua vita il settembre a 47 anni. La notizia della sua morte destò commozione e sconcerto in tutta Italia. Il giorno del suo funerale, a Roma, fuori dalla basilica del Sacro Cuore di Maria a Piazza Euclide si raccolsero 250.000 persone. Con lui scomparve una delle figure più familiari dello spettacolo, singolare per la bonomia e l'arguzia che lo contraddistinguevano. A un detrattore che diceva che lui aveva "gli occhi storti" replicava: <<Gli occhi storti ce l'hanno tanti, ma io ho lo strabismo di Venere>>. È sepolto al Cimitero del Verano a Roma.
Mario Bonavolontà, noto Mario Riva, Roma, 26 Gennaio 1913 – Verona 1 Settembre 1960
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