Tore Usala, cuore d'acciaio contro la Sla1953-2016
di Vittorio Esperia
Salvatore Usala non lo conosco personalmente. O, meglio, devo scrivere non lo ho conosciuto perchè l'infaticabile persona è scomparsa da pochi giorni. E' sempre difficile tracciare la storia di un defunto e, ancora di più, la linea di demarcazione di una personalità forte e battagliera. Di chi - ormai esausto nel fisico ma non nella mente e nelle iniziative - aveva ancora la forza di protestare affinché le autorità locali, prendendo fede ai loro impegni, erogassero i fondi del progetto "Ritornare a casa". Un'iniziativa, voluta accanitamente da Usala, che prevede l'assistenza a casa dei disabili gravi. Le parole più calzanti per descrivere il paladino sardo della Sla sono quelle pronunciate da lui stesso: <<Sono nato a Cagliari - rilasciò in una breve biografia - perito chimico industriale, lavoro cinque anni nell'industria e poi nel mondo della scuola, assistente tecnico di chimica e informatica. Nel 2004 i primi sintomi della Sla, crampi, gambe rigide, movimenti impacciati. A inizio 2005, diagnosi certa, è Sla. Giugno 2008, deglutire è impossibile. A dicembre 2008 crisi respiratoria e faccio la tracheotomia. Nel frattempo vado in pensione e dal gennaio del 2009 decido di combattere aspramente, mi dedico alle cose più disparate, è iniziata una nuova vita>>. Terminata - dandoci la consapevolezza di una malattia che fa ottocento morti all'anno di chi evita la tracheotomia per non gravare sui familiari che sono privi di aiuti - martedì 6 settembre 2016.
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