Bolaño, scrittore enigmatico1953-2003

Memoria per Bolaño, scrittore enigmatico

Aggiungi il tuo ricordo al diario

Bolaño, scrittore enigmatico1953-2003

di Anna Isabella Sanna

Roberto Bolaño Ávalos vive tra Los Ángeles, Valparaíso, Quilpué, Viña del Mar e Cauquenes, ma a quindici anni è in Messico. Adolescente, concentrato nella lettura, passa molte ore in una biblioteca pubblica di Città del Messico. Nel 1973 torna in Cile con l'intenzione di appoggiare, assieme ad un gruppo di trotskisti, il processo di riforme socialiste di Salvador Allende. Viaggio avventuroso in pullman, autostop e barca - visita quasi tutta l'America Latina - e arriva in Cile pochi giorni prima del colpo di stato di Augusto Pinochet. Incarcerato a Concepción, è però liberato dopo otto giorni, grazie all'aiuto di due compagni di studi dei tempi di Cauquenes, che sono tra i poliziotti incaricati di sorvegliarlo. "I detective" (incluso nella raccolta "Chiamate telefoniche") è tratto da questo aspetto rocambolesco della sua vita. La veridicità del suo racconto è stata sostenuta solo dall'amico Jaime Quezada, il quale racconta di averlo ospitato nella sua abitazione in Cile. Al contempo, altri, tra i quali il sociologo e politico Ricardo Pascoe e la scrittrice e poetessa Carmen Boullosa, hanno espresso dubbi sulla reale presenza di Bolaño in Cile al tempo del golpe. Va in Messico alcuni mesi dopo e, insieme al poeta Mario Santiago Papasquiaro(che è il modello per Ulises Lima nel romanzo "I Detective Selvaggi"), dà vita a il movimento poetico d'avanguardia infrarealista, che si forma dopo alcune riunioni nel Café de la Habana di Calle Bucarelli. Il gruppo, definito come "Dada alla messicana", si oppone del tutto ai poteri dominanti nella poesia messicana e all'establishment letterario messicano, che ha allora come figura principe Octavio Paz. L'infrarealismo ha, come linea principale, la rottura con la letteratura ufficiale e la volontà di stabilirsi come avanguardia. Nel movimento gravitano all'incirca una quindicina di poeti ma Roberto Bolaño e Mario Santiago Papasquiaro sono gli esponenti stilisticamente più solidi, autori di una poesia quotidiana, dissonante e con vari elementi dadaisti. Con il romanzo "I detective selvaggi" del 1988 - apprezzato dai critici - diventa il primo scrittore cileno a ottenere il Premio Herralde. Il 2 agosto, dell'anno seguente, conferma il primato, ricevendo anche il Premio Rómulo Gallegos, sempre per il medesimo romanzo. Nel 1977 va in Spagna, in Catalogna, dove vive la madre. Fa diversi lavori – vendemmiatore in estate, vigilante notturno in un campeggio a Castelldefels, commesso in un negozio del quartiere – prima di potersi dedicare completamente alla letteratura. Quando Bolaño muore, il 15 luglio 2003 all'ospedale Valle de Hebrón di Barcellona, lascia incompleto il romanzo "El Tercer Reich", come annunciato da parte dell'agente Andrew Wylie. Quest'ultimo ha appoggiato la decisione di Carolina López, moglie del defunto scrittore, di cambiare editore perché quest'ultimo pubblicherà l'opera omnia. Gli intrighi dei personaggi romanzeschi di Bolaño fanno capo anche nella sua vita, perché la vedova ha precisato che: <<Roberto e io abbiamo convissuto insieme, per 23 anni, da quando ci incontrammo a Girona nel 1981 fino alla sua morte. È falso che Roberto condividesse gli ultimi anni prima di morire con Carmen Pérez>>. Bolaño, infatti, voleva che il penultimo romanzo, "2666" - con il quale porta all'estremo la sua inventiva, costruendo la storia attorno a uno scrittore svanito personaggio, Benno von Arcimboldi - fosse composto da cinque parti, pubblicandolo per ragioni economiche attraverso cinque libri indipendenti, in maniera da assicurarsi, in caso di morte, il futuro per i suoi figli. A seguito del decesso, l'editore Jorge Herralde e il critico letterario Ignacio Echevarría revisionano il contenuto del manoscritto e lo pubblicano come un unicum. Da qui le dispute su diritti d'autore e gelosie private. Per gli amici, difatti, Bolaño vive gli ultimi anni uscendo poco di casa, a dimostrazione di un'iperprotettività nei confronti dei figli. Tuttavia, sino all'ultimo, ha mantenuto intatto il proprio senso dell'umorismo e dell'ironia, così come il piacere per le conversazioni lunghe, i dibattiti e le discussioni.

Roberto Bolaño Ávalos, Santiago del Cile 28 Aprile 1953 – Barcellona 14 Luglio 2003

© RIPRODUZIONE RISERVATA copyright www.ilgiornaledelricordo.it

 

Aggiungi il tuo ricordo al diario


Il Giornale del Ricordo

Scrivi il tuo ricordo