Alberto Statera, principe del giornalismo1947-2016

Memoria per Alberto Statera, principe del giornalismo

Aggiungi il tuo ricordo al diario

Alberto Statera, principe del giornalismo1947-2016

di Valentina Princic

La bellezza di una personalità si nota nella forza sprigionata di fronte alle più grandi sfide. Alberto Statera è sempre stato un combattente, oltre che una delle firme più talentuose di tutto il panorama italiano. Fin dai primi passi, mossi nel mondo della comunicazione, l’editorialista romano seppe farsi notare per la sua penna del tutto singolare. Una formazione che lo portò nel 1969 all’Agi, per continuare nella redazione de L’Espresso, sotto la guida attenta di Eugenio Scalfari. L’acutezza del suo naso lo rese famoso per una serie di reportage imprenditoriali e dedicati a “I padrini del vapore”. Affrontò ogni tema con la grinta del miglioramento. Divenne caporedattore nel settore economico e in seguito caporedattore centrale assieme a Paolo Mieli, durante la direzione di Livio Zanetti. Nel 1983 senza incertezza alcuna, intraprese una nuova avventura professionale che lo conduce dapprima alla Nuova Sardegna, per poi passare alla gestione di alcuni quotidiani locali del Gruppo L’Espresso. Non seppe fermarsi mai: dal 1986, infatti, ai primi anni Novanta, Alberto Statera svolse l’incarico di direttore editoriale per le pubblicazioni economiche di Mondadori. Seguì un ruolo affine anche alla guida di Epoca e Storia Illustrata. Con l’avvento di Silvio Berlusconi al controllo della casa editrice, il giornalista di Roma optò per alcuni servizi negli ambienti de La Repubblica e de La Stampa. Il ritorno alle origini fu segnato nel 1995, quando Statera rientrò nel Gruppo de L’Espresso, dirigendo con maestria Il Mattino di Padova, La Nuova Venezia e la Tribuna di Treviso. Un altro quinquennio lo passò tra il profumo del mare e la Bora triestina a Il Piccolo. Ma il carattere dinamico dell’editorialista non seppe placare quella voglia perenne di sfida: una battaglia quotidiana scolpita da troppe parole sincere. Tornò a Repubblica, iniziando a comporre numerose opere tra cui vanno ricordati "Il Termitaio, i signori degli appalti che governano l’Italia" e la biografia non autorizzata di Silvio Berlusconi. Una personalità tutto pepe, in grado di arricchire e dare quel qualcosa in più a un giornalismo - come lo definiva lo stesso editorialista – ormai decadente. Alberto Statera, vincitore di numerosi titoli giornalistici e letterari tra cui il Premio Lingotto per l’Economia, il Premiolino e il Premio Anghiari, verrà ricordato come un uomo forte e pieno di talento. Un giornalista di successo capace di sfidare il mondo, ma soprattutto se stesso.

Alberto Statera, Roma 16 Settembre 1947 – Roma 22 Dicembre 2016

© RIPRODUZIONE RISERVATA copyright www.ilgiornaledelricordo.it

Aggiungi il tuo ricordo al diario


Il Giornale del Ricordo

Scrivi il tuo ricordo