Cimiteri digitali: solo in America?
Cimiteri digitali: solo in America?
di Vittorio Esperia
Il cimitero digitale, 120 dollari per prenotarsi. Un profilo postumo (da organizzare da vivi) con i messaggi ai propri familiari
Internet ha cambiato quasi tutti gli aspetti della nostra vita. Ora arriva a influenzare anche il momento del trapasso, il culto e la conservazione della memoria dei defunti. Culto e memoria per i quali una società americana ha appena creato siti destinati a funzionare come «cimiteri digitali» nel quali si potrà pregare, onorare la memoria dei propri cari, accendere candele virtuali, ricostruire i passaggi salienti delle loro vite utilizzando gli strumenti della multimedialità. La società in questione è una delle tante «start up» che animano Silicon Valley, ma la sua particolarità è evidente fin dal nome: I-Postmortem Limited. Nome non proprio beneaugurante per una società destinata a occuparsi di una materia spinosa, ma il fondatore, Jacques Mechelany, che pochi giorni fa ha inaugurato due nuovi siti, I-Memorial e I-Tomb, è convinto di aver individuato un filone commerciale nuovo, basato su una tecnologia di conservazione della memoria che verrà utilizzata da milioni di persone. L' imprenditore è talmente sicuro del successo dell' iniziativa da averla lanciata con una costosa campagna iniziata ieri con la pubblicazione di un' intera pagina di pubblicità sul Wall Street Journal : un libro aperto e una tazza fumante su una poltrona vuota e l' invito a «costruire la vostra immortalità», prendendo parte a una «rivoluzione umana». Quale? «Quella del "World Virtual Cemetery"», spiega Mechelany. Un cimitero virtuale, «online», che, «offre una soluzione innovativa per onorare la memoria dei nostri cari, eliminando ogni vincolo» in un' era in cui, coi cimiteri fisici che hanno sempre meno spazio e sono più difficili da raggiungere, a volte è complicato pregare per i defunti sul luogo di sepoltura. E poi, aggiunge, le tombe vanno scomparendo perché già tre americani su dieci scelgono la cremazione. I siti sono due - tutti e due a pagamento, senza alcun introito pubblicitario - perché la società ha scelto di separare la conservazione della memoria dal vero e proprio culto dei defunti. Quest' ultimo è affidato ad I-Tomb, una sorta di lapide virtuale davanti alla quale, come nei veri cimiteri, i cari potranno accendere un lumino o depositare dei fiori. Sempre digitali, ovviamente. E lasceranno invocazioni, preghiere, i loro ricordi, corredati di foto, filmati, brani musicali. Questo è il vero e proprio cimitero digitale, la cui creazione prelude, probabilmente, al progressivo abbandono dell' abitudine di andare a pregare in quello fisico. L' altra novità è quella di I-Memorial che riprende tendenze ed esigenze già in atto nella società Usa e alle quali la tecnologia digitale offre nuove soluzioni. Molti americani sono pragmatici quando trattano della fine della loro vita terrena. Cominciano a pensare a funerali e sepoltura in anticipo, lasciano indicazioni dettagliate delle loro volontà, a volte preparano messaggi d' addio. L' idea di Mechelany è stata quella di creare un sito protetto al quale chiunque può iscriversi versando 120 dollari l' anno e che verrà aperto al pubblico o a un numero selezionato di persone care dopo la sua scomparsa. Un sito diviso in tre parti - My Memorial, My Messages, My Last Wishes - nel quale la persona che vuole parlare ai posteri potrà dividere con precisione le disposizioni di breve periodo (ad esempio la volontà di avere, o meno, un funerale religioso) dalle volontà testamentarie o di altra natura. Potrà, inoltre, archiviare in una cassetta di sicurezza digitale tutte le sue «password» e i dati medici utili in caso di malattie ereditarie, indicando le persone abilitate ad ottenerli. Potrà anche lasciare una pluralità di messaggi da attivare solo in certi momenti. Ad esempio a suo figlio il giorno della laurea o del matrimonio. Fin qui siamo ad una miglior organizzazione, grazie alla gestione digitale, di informazioni che già oggi il defunto cerca di trasmettere, in modo più casuale, ai suoi cari. La «rivoluzione» della quale parla Mechelany è quella della costruzione della memoria. Creare un proprio profilo multimediale da lasciare ai posteri è un po' come realizzare una versione funeraria delle pagine di Facebook. Ma è certamente vero che un simile strumento consentirà a figli e nipoti di conoscere storie remote di genitori, nonni e bisnonni, oggi affidate a scatole di vecchie foto ingiallite e alla memoria ferrea di qualche anziano che racconta la sua storia in riunioni familiari che stanno diventando sempre più rare.
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