I millennials schiavi del porno?26/6/2019
I millennials schiavi del porno?26/6/2019
di Roberto Dall’Acqua
La risposta di un bambino americano alla sua insegnante è stata: «Comunque se uno ha ancora delle domande basta andare su YouPorn». Thérèse Hargot, dopo una lezione sul concepimento, si è mostrata un attimo stupita ma, ripresasi, la nota sessuologa belga, che racconta la sua esperienza professionale nel provocatorio libro “Una gioventù sessualmente liberata (o quasi”), chiede chiarimenti all’alunno che risponde: «Io e mio fratello 13enne da tempo navighiamo sul sito di video porno».
PORNO SUI TELEFONINI E IN TELEVISIONE
Tempo addietro una mamma di una scuola toscana ha trovato sul cellulare della figlia un video condiviso - tra alunni di medie ed elementari - attraverso whatsapp. Nelle foto una bambina di, verosimilmente, dieci anni fa sesso con quasi coetanei, e ride, inconsciamente o già usa alle violenze da chi è sopraffatta.
Dai dibattiti televisivi emergono - ahimè -persone che esaltano il porno online affermando che, era ora, chiunque può «esprimersi», o pornoattrici, appagate della carriera intrapresa, ovviamente più redditizia di quella da segretaria, ma da cui, come lei stessa rivela, avrebbe tenuto lontana la figlia.
Quando frequentavo le scuole medie, il massimo del porno era allorché le mie compagne di classe, per lo più ripetenti, si tiravano su la maglietta per mostrarci il reggiseno. Secoli fa ma pare esistano statistiche e studi da cui si evince la correlazione tra la crescita esponenziale del consumo di pornografia e i numeri sempre più alti di violenza su donne e bambini.
Una lettera, ricevuta dallo scrittore ed editorialista del Corriere della Sera Alessandro D’Avenia, testimonia quanto i piccoli non comprendano la portata di quello che osservano online: «Avrei voluto essere - osserva il ragazzo 25 autore della missiva, riferendosi alla partecipazione dell’autore a un dibattito televisivo - al tuo fianco e parlare della mia catastrofica esperienza con la pornografia, per fortuna terminata (spero e voglio che sia per sempre). Mi ha colpito la tua frase su ciò che può accadere a un bambino che per sbaglio guardi porno: purtroppo è ciò che è successo a me da piccolo. La mia adolescenza è stata un disastro per colpa di questa “piaga”, una vera e propria porno-dipendenza, alla pari di alcool, sostanze, gioco. Ora sto meglio, ma il cammino per recuperare il controllo su me stesso è stato molto difficile».
Recuperare il controllo è una via difficile in un mercato - quello della pornografia -che muove più di 100 miliardi di dollari l’anno.
L’AMERICA PATRIA DEL PORNO
Negli USA - oggi produttore dell’85% dei contenuti - la sola pornografia online frutta 3 miliardi di dollari l’anno, 5 in tutto il mondo. Infatti ogni secondo 28.00” persone consumano porno (il 61% degli accessi da smartphone) e spendono 3mila dollari in oggetti e videochat. I siti porno occupano il 12% della rete. Poi, una ricerca su quattro e un download su tre riguarda materiale pornografico
Ogni giorno ci sono più di 100mila richieste di video porno con bambini. Il 90% dei ragazzi tra 8 e 16 anni si ciba di pornografia in rete magari casualmente (l’età media per il primo video è 11 anni). Il 74% dei consumatori abituali sono uomini e il 26% donne: tra i maggiorenni 9 maschi su 10 e 1 donna su 3. Il 60% degli utenti sono i cosiddetti millennials (i divenuti maggiorenni dal 2000 in poi) e il 31% ha meno di 24 anni. Palese che oggi la prima fonte di educazione sessuale delle generazioni cresciute con la rete è il porno.
L’illusorio immaginario che prevale sulla vita reale ma, prima il futuro consumatore viene agganciato, prima diventa porno-dipendente: strategia per vendere mirata soprattutto a chi ha meno difese.
Con quali vantaggi per i giovani? Nascono senza certezze, con poche o nulle carezze e quando corteggiano una ragazza rischiano denunce per stalking.
La parità tra sessi è ancora lontana? Quando “dietro una grande donna ci sarà un piccolo uomo”?