Alessandra Celletti pianista ribelle 18/8/2019

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Alessandra Celletti pianista ribelle 18/8/2019

di Roberto Dall’Acqua

- Alessandra Celletti, pianista: mi racconti di te? 

La prima cosa che posso dirti è che amo la vita ...e la musica è per me  un modo di comunicare questo amore.

- Come nasce il tuo talento? 

A dire il vero non so bene cosa si intenda con questa parola. Forse il talento è una dote innata, qualcosa che nasce insieme a te...e io non so se è questo il mio caso. Certo è che suono il pianoforte da quando sono bambina e che la mia vita è sempre stata avvolta dai suoni. La musica è sempre stato il mio modo di comunicare con il mondo ma spesso, soprattutto negli anni del conservatorio, ho dovuto faticare per riuscire a creare questo ponte tra me e gli altri e ho spesso dubitato del mio talento.  Ora non mi pongo più il problema, ma continuo a mettermi in discussione cercando sempre di imparare cose nuove e sfidandomi con progetti sempre nuovi. 

- Dischi blu, concerti all’alba, collaborazioni con artisti concettuali e poeti. Racconta la tua vita professionale?

Anche se sembro estroversa in realtà sono piuttosto timida e un po' ribelle e queste due qualità messe insieme a volte possono creare problemi. Non mi piace "ubbidire", neanche alle regole del mercato, per cui mi sono sempre trovata un po' "fuori dal coro". Tuttavia  la mia gioia di vivere e la mia curiosità hanno sempre avuto la meglio e così nel corso del tempo sono riuscita a crearmi un percorso molto personale di cui sono felice. Nel 1994 ho autoprodotto il mio primo cd con composizioni di Debussy,  Ravel, e Satie. Quel primo "azzardo" mi ha portato fortuna e da lì ho cominciato a ricevere inviti per suonare in giro. Successivamente ho avuto diversi produttori grazie ai quali ho realizzato molti album sempre assecondato ciò che avevo nel cuore e incidendo autori in sintonia con la mia sensibilità, da Gurdjieff a Philip Glass, da Galuppi a Scott Joplin, a Satie ... Ho affrontato autori apparentemente agli antipodi, ma c'era sempre un filo che mi univa al loro mondo espressivo. Poi, nel 2006 ho sentito l'esigenza di raccontarmi anche attraverso mie composizioni e così ho inciso i miei primi album anche come interprete: "The Golden Fly" e "Chi mi darà le ali"...e poi "Way Out" (prodotto dall'etichetta inglese LTM) dove ho anche sperimentato l'uso della mia voce. Nel 2007 è stato fondamentale l'incontro con Michael Sheppard dell'etichetta nord-americana Transparency. Michael è stato il miglior produttore che, come artista indipendente,  avrei potuto desiderare: entusiasta, fantasioso, onesto e totalmente rispettoso della mia libertà espressiva. Purtroppo dal 2016 non è più su questa terra, ma mi ha lasciato il suo grande entusiasmo e il suo idealismo un po' folle da trasformare in realtà. A volte mi sembra di vivere in un mondo di fiaba e faccio incontri quasi "incantati". Come quello con Guido Laudani, cardiologo ma anche fotografo e appassionato d'arte che di recente ha prodotto #cellettiblue, il mio primo disco in vinile. Quest'ultimo lavoro è nato mentre componevo per mia mamma. Lei dipingeva seduta accanto a me usando esclusivamente il colore blu ed io cercavo con i miei suoni di rendere felice l'ultimo periodo della sua vita. L'album è stato registrato totalmente in analogico e in presa diretta. Non ci sono tagli e dunque ascoltare questo disco è come assistere ad un concerto o addirittura come stare nella mia stanza mentre suono...

-Come ti rapporti con i social? Li usi?

Sì, sono fondamentali, anche se bisogna essere molto attenti ad usarli nella maniera corretta e a non farsi "catturare" . Comunque sono molto grata al web che mi ha permesso una vera svolta professionale. Rimpiango molto "myspace" grazie al quale, intorno al 2007 si sono moltiplicati i contatti con artisti di tutto il mondo, trasformando rapporti cosiddetti "virtuali" in collaborazioni concrete e importanti come quella con Hans Joachim Roedelius, pioniere dell'elettronica tedesca, Mark Tranmer, polistrumentista inglese, Jaan Patterson, sperimentatore surrealista, Lawrence Ball, minimalista londinese....Ed anche con musicisti italiani: il percussionista Marcello Piccinini, il sassofonista Nicola Alesini, il contrabbassista Daniele Ercoli...e poi Gianni Maroccolo con cui ho avuto l'onore di partecipare a diversi progetti dal vivo tra cui il RomaEuropa Festival e anche in diverse incisioni discografiche tra cui il suo nuovo disco "Alone vol. 2".  Ora non so come evolverà l'utilizzo dei social, è un momento in cui mi sento un po' smarrita da questo punto di vista...Comunque ho più di una pagina su facebook e anche instagram. Molti ascoltano la mia musica su Spotify. Questa piattaforma musicale genera non poche polemiche tra i musicisti ma io sono felice che tanti possano ascoltarmi in tutte le parti del mondo. E poi utilizzo bandcamp per distribuire personamente molti dei miei lavori. 

- Il tuo ricordo, personale o professionale, più emozionante.

Ce ne sono davvero tanti ed è impossibile sceglierne uno solo. Ogni concerto mi lascia nel cuore un ricordo speciale, ogni persona che viene a sentirmi mi trasmette qualcosa. Un concerto non è mai un monologo, ma è sempre un dialogo con chi ascolta. Sicuramente tra i miei ricordi più emozionanti un posto speciale spetta al 6 giugno di qualche anno fa quando ebbi la fortuna di festeggiare il mio compleanno suonando per i detenuti nel carcere di Padova nell'ambito di un convegno per l'abolizione dell'ergastolo ostativo. Quel giorno ho avuto anche modo di incontrare per la prima volta di persona Carmelo Musumeci, una persona speciale...

- Alejandro Jodorowski afferma: <<Il tempo asciuga il superfluo e conserva l’essenziale. Che ne pensi?>>.

Non sono sicura che sia proprio così. Io penso che ogni istante, ogni gesto, ogni sguardo, insomma tutto resti inciso nelle nostre vite. A volte abbiamo la sensazione che qualcosa possa svanire nel nulla, ma io credo che questo non sia possibile. Per questo cerco di dare valore ad ogni singolo momento.

- Il tuo pianoforte su un camion in tour in Italia. Perché?

Era il 2013...in piena crisi economica. Tutto sembrava fermo, le associazioni musicali non avevano fondi e suonare sembrava diventato impossibile. Così è nata l'dea di caricare il pianoforte su un camion e girare l'Italia suonando soprattutto  in luoghi dove la musica difficilmente arriva. E' stata un'esperienza bellissima e indimenticabile realizzata grazie all'entusiasmo di tante persone che hanno finanziato il progetto attraverso Musicraiser,  un sito di crowdfunding...La cosa ancora più bella è che prima di partire sono stata contattata dal regista Marco Carlucci della "Primafilm" che mi ha seguito in questo tour realizzando un bellissimo documentario intitolato "Piano piano on the road" che ora è disponibile in versione integrale su youtube e che presto sarà esportato in Cina.

- Obiettivi di Alessandra Celletti; professionali e propositi personali futuri?

Mi sto per lanciare in una nuova avventura... sarà una collaborazione con un'artista speciale:  Paola Luciani, che mi ha letteralmete incantata con i suoi disegni e  le sue animazioni. Molto presto svelerò qualcosa di più, anche perchè ancora una volta coinvolgerò direttamente le persone nella produzione del progetto. Per ora posso anticipare che unirò le cose che amo di più ...e il mio desiderio di cantare. 

ufficiale: http://www.alessandracelletti.com 

instagram: https://www.instagram.com/alessandracelletti_official/

facebook:  https://www.facebook.com/cellettialessandra/
spotify: https://open.spotify.com/artist/0BbHILJDz4eN90gbl1mHZj?si=rw-nmzWLThqN1mY1fmKaDQ

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