Volevo dirti che...23/8/2019
di Martina Boselli
Volevo dirti che qualche volta ti penso.
E che, qualche altra, mi ritrovo a pensare a te così intensamente, che gli occhi si riempiono di lacrime ma che, poi, non piango mai.
Volevo dirti che faccio ancora la dura e l’acida per mandare via tutti. Che ancora mi riesce bene alzare i muri perché tanto nessuno ha intenzione di buttarli giù, quindi, mi sento riparata qui dietro e qui, resto.
Volevo dirti che, però, quando sono sola con me stessa, mi manchi così tanto che quei muri vengono giù da soli e allora non riesco più a fare la dura e nemmeno la forte.
Come è che dicesti una sera?
“Lei è forte ma dentro, in realtà, è fragile. Ha imparato solo a nasconderlo bene”. Già.
È più o meno ancora così ma, da quando te ne sei andato, forse, di me è rimasto solamente l’essere fragile che faccio fatica a nascondere, perché ogni volta che mi chiedono di te, me lo si legge chiaramente in viso che ci sto ancora male e, puntualmente, le persone cambiano discorso per non farmici pensare.
Ma ormai è troppo tardi, ti sei già infilato nella mia mente.
Volevo dirti che qualche volta mi sembra di sentire il tuo odore. Che qualche mattina mi sveglio con la sensazione di sentirti dormire accanto a me e che addirittura, una volta, ho aperto un solo occhio per non ridestarmi del tutto e avevo l’impressione di vederti davanti a me, le mie mani sul tuo petto, il viso nella tua spalla e il tuo respiro sulla mia fronte.
Per un attimo ho creduto ci fossi davvero e così ho aperto entrambi gli occhi per averne conferma. Che stupida, eh?
La mente mi fa spesso brutti scherzi, come quando immagino che anche tu vorresti incontrarmi per caso ed avere la scusa per parlarmi e guardarmi. Ma lo so che non è così. Lo so che non ci pensi mai a me, perché quando un cuore (ti) sta aspettando va bene qualunque scusa, anche un semplice “Come stai?” detto dall’altra parte del telefono. E se non lo fai è perché non ti importa.
Volevo dirti che vado avanti anche se manchi tu qui.
Manchi tanto, è vero, ma io continuo per la mia strada, perché restare ferma non mi serve.
Tu non tornerai e anche se mi manchi a volte da mozzare il fiato, io vado.
Che poi, chissà, magari ti rincontrerò ancora e smetterai di mancarmi così.
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