Josè Cassarino - Il volo della piccola capinera2020-1970
di Josè Cassarino
Se la giornata era calda suor Gertrude – sagrestana e giardiniera – mi intratteneva, ed era uno spasso… Come mi piaceva! Giunonica, allegra, sempre con la battuta pronta. A volte, mi imitava il dialetto e io imitavo lei. Quando si dava da fare in giardino, mi metteva in mano il retino e, aiutata da una novizia, riponeva una grande vasca vicino la fontana e poi, rivolgendosi a me con viso serio, mi sussurrava: «Mi raccomando, prendi i pesci con il retino e se ne muore qualcuno te lo faccio mangiare». Io timidamente rispondevo: «E se mi bagno?». «Non ti preoccupare, nessuno ti può toccare, questo è il mio territorio e comando io.»
La novizia si tratteneva dalle risate. Suor Gertrude non sembrava una monaca, mi sembrava la sorella di Ollio: si presentava in giardino con un lembo della tunica attaccato alla cintura, il velo raccolto dietro con una molletta; ma quello che mi incuriosiva di più erano gli stivali di gomma verde. I suoi movimenti, nonostante la mole, erano leggiadri, a tal punto che il sedere andava da una parte all’altra a ogni movimento, sculettando come un’anatra. La prima volta che la vidi rimasi a bocca aperta e lei: «Su, chiudi quella bocca! A lavoro! E dal momento che ti ho visto così sbalordita, mi innaffierai tutte le piante!».
Durante il pomeriggio le novizie solitamente s’intrattenevano in veranda o sulla terrazza. Una domenica sentii come un forte garrito: erano alcune di loro che si divertivano a giocare a pallone. Le tuniche raccolte fin sopra le ginocchia correvano e si spintonavano l’una con l’altra come maschiacci. «Sei la bambina arrivata da poco? Vieni, chiedi il permesso a Suor Candida».
Così andai a chiedere il permesso. «Le novizie hanno regole da rispettare…» rispose suor Candida. Già era fine ottobre. Venne Loredana: «Corri, c’è al telefono tua mamma». Sentii mamma dall’altro capo: «Sei stata brava? Io le promesse le mantengo fra due giorni sarò a Palermo».
La telefonata mi procurò una grandissima emozione. Il giorno dei Santi Loredana mi vestì come una principessa, mi adornò i capelli con dei fiocchetti; mi fecero guardare allo specchio: indossavo il cappottino nuovo e il cappellino dello stesso colore, regalo di nonna Gina.
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