Campari Art Prize: Hernandez da Lisbona a Milano5/2/2020
di Gaia Dallera Ferrario
Galleria Campari e Artissima hanno presentano un nuovo progetto espositivo inedito, appositamente concepito per gli spazi di Galleria Campari a Milano: Pedigree, la mostra personale dell’artista messicano Rodrigo Hernandez (Città del Messico, 1983), vincitore della seconda edizione del Campari Art Prize alla venticinquesima edizione di Artissima, Fiera internazionale d’arte contemporanea di Torino.
La mostra, a cura di Ilaria Bonacossa, è una preziosa raccolta di otto sculture in dialogo con una speciale carta da parati che l’artista ha realizzato come omaggio alla vicenda della famiglia Campari. Elementi astratti e figurativi, come ad esempio cani, edifici, uomini e macchine, si intrecciano con molteplici visioni, vecchie e nuove, significative o insignificanti, filtrate attraverso la sensibilità dell’artista.
La pratica artistica di Rodrigo Hernandez si esplicita mediante installazioni, sculture, disegni e dipinti che riflettono sul processo costitutivo dell’arte. Attraverso un vocabolario formale del tutto personale e unico, sospeso tra ironia e classicità, l’artista ricorre a elementi tratti dall’iconografia antica, dalla storia dell’arte e dalla quotidianità.
Rodrigo Hernandez, presentato nell’ambito di Artissima 2018 dalla galleria Madragoa di Lisbona, è stato selezionato da una giuria internazionale composta da Lorenzo Fusi, curatore indipendente e direttore PIAC, Fondation Prince Pierre di Monaco, Abaseh Mirvali, direttrice e capo curatrice del Contemporary Art Museum Santa Barbara e Claire Tancons, co-curatrice della Sharjah Biennal 14 lo ha premiato con la seguente motivazione: “L'artista rivisita una storia e un'estetica che trae spunto dall'iconografia Meso- americana così come dal modernismo europeo e dalle avanguardie italiane, e li reinterpreta nuovamente puntando sugli elementi e le componenti più essenziali di questi linguaggi e tradizioni. In tal modo, crea un vocabolario nuovo e unico, ma allo stesso tempo ricorda le molte storie e i riferimenti da cui ha attinto”.
Gaia Dallera Ferrario | www.gaiafe.com
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