Il risveglio11/3/2020
Il risveglio11/3/2020
di Francesca Minervini
Il risveglio è sempre qualcosa di magico. Accade all'improvviso, come un bocciolo che si schiude al sole. Accade ancora al buio, in un silenzio profondo e dolce, ha il profumo del caffé in cucina, il suono di una radio sveglia jazz... Ha i capelli arruffati e gli occhi semichiusi, un saluto rapido, Dio, come faccio, sennò!? Sto ancora cercando tra le coperte il resto del mio pigiama ... Il mattino ha un suo carattere e me ne accorgo subito quando guardo il soffitto, immobile e aspetto un segnale, non saprei dire esattamente da dove, per capire che aria tira. Ma, devo alzarmi, voglio farlo subito, voglio sorseggiare il mio caffè davanti alla finestra. Voglio sentirmi libera di restare un po' in pace con me stessa, guardando, tra le vecchie case di tufo giallo, se qualcuno già si muove lungo la strada... Sono sola, mi ripeto ogni volta, per rassicurarmi... E tutto di me si distende... Sono veramente sola, e il cielo sovrasta e incombe nel suo scuro silenzioso abbraccio. Mi avvolge come una bolla e dentro ci sono io e l'eco del mio battito. Io in una confusione eterna, disordinata nella vestaglia pesante e lunga. Vado libera, con lo sguardo, oltrepasso quel punto lontano, orizzonte dei miei pensieri, e vado oltre e poi, ancora oltre ... Mi perdo in un confine astratto, tra sorsi di caffè caldo, il sogno che mi ha tenuto compagnia tutta la notte, un brivido di freddo lungo la schiena e quel pezzettino di paese, che mi costruisce intorno la sopita realtà quotidiana...
E, mentre fisso quel punto, mi torna in mente la corsa dei miei cuccioli in cerca della solita carota al mattino...Vado ancora indietro nel tempo... e trovo la manina piccola e bianca della mia bimba... Rivedo il suo zaino pronto per andare a scuola...
Un mattino non è mai uguale ad un altro, ogni giorno ha il suo carattere ed io faccio i fretta a capirlo, mi bastano quei pochi istanti in cui fisso il soffitto, immobile, cercando di capire che aria tira... E se fuori piove? Io ... Oh, che disastro! Mi devo muovere o farò tardi!
Ma, se fuori piove, è bello guardare attraverso il vetro bagnato. Mille goccioline d'acqua s'infrangono in una danza senza posa. E poi, mi piace ascoltare e ascoltando sentire tutto quello che c'è. Mi piace quando la pioggia batte insistente sulle tegole, perché esalta il profumo di fiori che ho dentro. Batte la pioggia e batte il cuore, è bello ascoltarli entrambi, ascoltarli insieme... È una musica insolita, dove trovo un senso alla vita, forse un inno alla gioia di quel momento...
Ma, lentamente il buio svanisce ed io, rapita in quell'incanto, rubo manciate di attimi al giorno, per intrattenermi ancora un po' con me stessa, nel silenzio del mondo che sogna. A volte, posso sentire il cinguettio dei passeri sul balconcino, attirati da briciole lasciate per un po' di compagnia, il tempo di un caffè...
C'è sempre un fiore sul mio tavolo, al mattino lo guardo, a volte sembra un po' triste, lasciato solo ad aspettare che arrivi quell'atteso attimo, risveglio del nuovo giorno, per ritrovarci in un saluto silente che sa d'intese. A volte, così piccolo, bagnato del suo profumo, intenso nel suo colore, attende... me, forse, o di me qualcosa, mentre finisco di bere il mio caffè...
Sono strani i risvegli, perché appartengono a mattini mai uguali, tutti in sequenza, in una fila disordinata e confusa come me a quell'ora, quando trascino passi in cucina nel silenzio del mondo e guardo lontano. Con gli occhi semichiusi, rovistando tra i ricordi, per trovare le vele. Vele gonfie di vento per salpare ancora nel mare della vita, verso un orizzonte astratto che sa di buono e, un po', anche di bello. Nelle solitudini di ore inattese, accovacciate comode tra la notte e il giorno. Senza dire il perché di tante piccole presenze che scorrono come fili di perle nel ritmo lento e incerto, alterno ad altro, travolgente palpito. Col fiato sospeso in attese estenuanti... Con l'affanno di faticosi inverni... Con le gote rosse di emozioni improvvise e... Ancora e ancora, tutto quello che nella vita c'è.
Sono attimi i miei mattini, sono granelli di cristallo che riflettono arcobaleni. Silenziosi e brevi, sfilano uno dopo l'altro, tracciando un solco di vita breve.
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