Luca Beatrice - Critico del futuro dell’arte19/5/2020
di Roberto Cascone
Per anni ha scritto per Flash Art, ha insegnato in diverse accademie, curato mostre (nel 2009 il Padiglione Italia alla 53ª Biennale di Venezia), Luca Beatrice, giunto alla soglia dei 60 anni parla della sua visione del futuro dell’arte parlando dei giovani artisti.
LB
Ricevo tutti i giorni tantissime richieste di esaminare il lavoro di giovani e la domanda più frequente è "Come faccio ad entrare nel mondo dell'arte?”, come se il mondo dell'arte avesse delle regole che prescindono dalla bellezza e dall'importanza del lavoro stesso.
RC
Ma avremo una nuova generazione alla ribalta internazionale?
LB
Credo che il successo dell'arte italiana passi per la riaffermazione di una forte identità culturale. Nei momenti migliori della nostra storia, Futurismo, Metafisica, per certi versi anche l'Informale, sicuramente Arte Povera e Transavanguardia, s’è parlato d’italianità.
RC
Ma non credi che ci sia anche un discorso di ibridazione dei linguaggi, espressione e metafora di un mutamento sociale più ampio, quello del melting pot e della globalizzazione? Vedi arte e moda…
LB
Sai, io ci ho marciato molto su questi argomenti, arte e musica, arte e calcio, arte e tutto, che sono ottime scuse per prendere tempo e parlare d'altro. Funziona perché provoca vivacità culturale, iconografica, ecc., ma l'identità visiva dell'arte italiana oggi qual è? Ed è difficile darsi una risposta anche se è fuor di dubbio che l'arte italiana ha prodotto alcune individualità a livello internazionale: Cattelan e Vezzoli, italianissimi, la Beecroft un po' di meno. Eppure, o forse proprio a causa di questo, non si è verificato quel sommovimento, quella materia magmatica e indifferenziata da cui sono nate esperienze importanti negli anni precedenti.
RC
La Città dell’arte di Pistoletto e Maurizio Cattelan curatore, forse indicano ai giovani una strada nuova?
LB
E' vero che ultimamente ci sono stati tanti artisti che per certi versi hanno voluto re-inventarsi come curatori (nel caso di Pistoletto, soprattutto come guru). Penso anche che, specie da parte dei giovani, sia necessario tagliare questo cordone ombelicale (in fondo la Transavanguardia ha spaccato rispetto all'Arte Povera…certo qualcuno può obiettare che ha tagliato con la modernità, ma guardandosi indietro). Nella sostanza credo che per il futuro i giovani dovrebbero avere più coraggio.
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