Il virologo Crisanti boccia, per ora, i vaccini24/11/2020
di Roberto Dall'Acqua
Il Corriere della Sera ha pubblicato ieri - lunedì 23 novembre 2020 - una lettera infuocata del virologo Andrea Crisanti. Il professore di Microbiologia dell’università di Padova è furioso con Pfizer e Moderna, le aziende che hanno annunciato l'imminente lancio del vaccino per il Covid. Crisanti spiega che, dato che le aziende hanno preso un mucchio di soldi pubblici, hanno il dovere di mettere a disposizione i dati della sperimentazione. “La notizia - rivela il dottore - che dirigenti delle due aziende produttrici abbiano esercitato il loro diritto, ne sono certo legittimo, a vendere le azioni per sfruttare i vantaggi legati al rialzo di prezzo non ha contribuito a generare un sentimento di fiducia”. I sui colleghi hanno censurato le sue parole definendole, addirittura, irresponsabili. Ricordiamo, infatti, che Crisanti esordisce - sul quotidiano milanese - con queste parole: “Caro Direttore, In una recente intervista a Focus life in risposta alla domanda se mi sarei vaccinato a gennaio ho affermato che non lo avrei fatto fino a che i dati di efficacia e sicurezza non fossero stati messi a disposizione sia della comunità scientifica sia delle autorità che ne regolano la distribuzione”. Per poi proseguire affermando che: “Ho formulato un concetto di buon senso che non esprimeva alcun giudizio negativo sulla bontà del vaccino". L’accusa del virologo verte sulla "modalità con cui le aziende produttrici hanno comunicato i risultati raggiunti senza accompagnarli ad una adeguata informazione almeno per quanto riguarda la Fase III". Il fatto grave è che “in questi giorni le aziende produttrici, invece di condividere i dati con la comunità scientifica, hanno privilegiato una comunicazione basata su proclami non sostanziati da evidenze”. "Se le aziende in questione - è il pensiero di Crisanti - sono in possesso di informazioni che giustificano annunci che possono apparire rivolti in particolare ai mercati finanziari, queste devono essere rese pubbliche anche in considerazione del fatto che la ricerca è stata largamente finanziata con quattrini dei contribuenti". Riferimento questo ai guadagni di manager di Pfizer e Moderna che hanno venduto le proprie azioni. Il medico risponde quindi ai "custodi della ortodossia scientifica" che "non ammettono esitazioni o tentennamenti, reclamano un atto di fede a coloro che non hanno accesso a informazioni privilegiate. 'Il vaccino funzionerà', tuonano indignati. “Io sono - conclude Crisanti - il primo ad augurarmelo, mi permetto tuttavia di obiettare che il vaccino non è un oggetto sacro. Lasciamo la fede alla religione e il dubbio ed il confronto alla scienza che ne sono lo stimolo e la garanzia".
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