Progetti ed epidemia 2022 - Medici senza futuro 4/1/2022
di Erika Maronati
Erika Maronati è medico. Vive con il marito e due figli, a Marcello con Casone, paese di poco più di 6.000 abitanti in provincia di Milano.
In questa lettera - pubblicata dal Corriere della Sera il 31 dicembre 2021 - spiega perché ha voluto abbandonare il posto di lavoro in una Rsa.
di Erika Maronati
Leggo sul Corriere di Milano della fuga dei medici dai Pronto soccorso. Io sono un medico, ho lavorato per quasi 20 anni in una Rsa, di cui gli ultimi 11 come medico responsabile. Vi svelo un segreto: conosco colleghe che lavorano in ospedale che pensano di passare alla medicina di base, colleghe della medicina di base che pensano di passare alle Rsa e medici di Rsa che vorrebbero dimettersi. Io mi sono dimessa. Il problema non è l’ambito in cui lavoriamo ma come. Se lavori in un posto dove non viene riconosciuta la tua professionalità, il tuo valore, se lavori senza giusti mezzi, senza che l’azienda abbia una visione, un progetto che sappia tenere sempre ben presente l’obiettivo più importante cioè il benessere delle persone, allora è come essere sempre in trincea: corri a mani nude a tamponare tutte le falle possibili, finché ce la fai o non hai alternative.
La nostra è una meravigliosa professione ma ridotta al lumicino, bistrattata, umiliata. Ora mancano medici, mancano in tutti i settori.
Io mi sono dimessa dopo aver chiesto alla mia azienda di pensare a un progetto per far fronte alla carenza di medici ed infermieri. Si poteva fare
qualche cosa, ma si è preferito perdere una persona con una certa esperienza (e questo la dice lunga sul valore che viene attribuito alla nostra professione, l’importante è coprire i turni...) piuttosto che mettere mani e testa su un progetto vero e serio che aiutasse gli operatori a lavorare meglio e di conseguenza che potesse garantire un servizio adeguato ai bisogni dei nostri anziani ospiti.
Io me ne sono andata ma rimettersi in gioco a 53 anni, cercando di non finire dalla padella alla brace, non è facile.
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