ALESSANDRO ESSENO, PIANISTA DELL'INCONTRO
21 gennaio 2017
di Roberto Dall'Acqua
Alessandro Esseno incanta con le sonorità - "liquide" direbbe Zygmunt Bauman - che compone in un placido furore artistico. Le onde della musica del compositore romano si fanno materia e, se possiamo utilizzare questo termine, si "solidificano" fino a fare parte dell'insieme della sua persona. Una figura ricca di umanità che ti abbraccia con le sue note e con la sua persona.
- Alessandro Esseno dal primo pianoforte a 4 anni, passando anche da esperienze pop con gli A(c)qua, Indaco e Zebra Crossing, a oggi, cosa è mutato e chi è diventato l'uomo e il compositore di oggi? <<Credo nell'idea di multipersonalità, ma un individuo è sempre lo stesso sia all'età di quattro anni che di novanta. Il nucleo immateriale della persona non può cambiare, la sua indole, i suoi sentimenti più profondi. La Musica mi ha scelto chiedendomi di diventare un suo umile discepolo: io ho accettato tuffandomi nell'ignoto. Il cambiamento è avvenuto in quel preciso istante. Senza la musica non sarei la stessa persona che sono. E ne sono fiero. Avere a che fare con una sostanza così rarefatta, metafisica direi, come quella del suono, ti costringe ad essere sempre onesto e leale con tutti a partire da te stesso. Una grande lezione di vita>>.
- Quanto ti ha arricchito - professionalmente e umanamente – la fascinazione per la musica e gli studi con i tuoi maestri all'Accademia Santa Cecilia di Roma? <<La vita è l'arte dell'incontro ha detto qualcuno: ed è senz'altro così. In questo sono stato particolarmente fortunato. Non tutte le generazioni possono dire di avere avuto insegnanti come quelli che ho avuto io, in grado di trasferire non solo competenze professionali di livello altissimo. Ma soprattutto trasmettere dei valori morali ed etici autentici e senza tempo>>.
- Quali musiche hai composto e in quali hai tratto maggiori emozioni? <<Al momento credo di avere composto qualcosa come tremila brani, di cui 500 in forma breve di canzoni. In realtà spesso ho l'impressione di avere composto un solo lunghissimo brano chiamato musica. Il caleidoscopio di emozioni che la musica mi ha regalato non è ovviamente spiegabile a parole. Uno degli album che mi emozionato di più (per una serie di motivi), è stato senza dubbio "La Terra non finisce all'orizzonte", ai primissimi posti della classifica iTunes colonne sonore, e ancora oggi oggetto di culto presso un intera generazioni di "maniaci musicofili", perennemente alla ricerca di qualcosa di insolito dal punto di vista musicale>>.
- Cosa ricordi di “Dangera UI”, il primo disco in Esperanto? <<Un'esperienza bellissima condivisa con l'amico Lino Panella, divenuto poi paroliere di Lucio Battisti e successivamente dello spettacolo "Notre Dame de Paris". Grandissima emozione nel realizzare un disco commissionato niente meno che dalle Nazioni Unite! L'utopia meravigliosa di una lingua universale in grado di affratellare tutti i popoli. Ancora utopia ma per una causa nobilissima e di alto valore sociale. L'Esperanto inteso certamente come Patrimonio dell'Umanità>>.
- Quanto è complicato e faticoso essere uomo oggi nel terzo millennio e nella società dei social media? <<Oggi la vita come la conoscevano i nostri nonni non esiste più. Si nasce e si muore come allora certo, ma la percezione dell'esistenza ormai è 2.0. Ogni cosa è estremizzata, violenta, dopata direi, da ogni tipo di mezzo di comunicazione. Con il risultato finale di un cocktail allucinante di notizie, immagini, rumori, con i quali i nostri sensi hanno a che fare dalla mattina alla sera.La mia scelta di andare a vivere in campagna, è stata più che altro una fuga>>.
- www.ilgiornaledelricordo.it si occupa di memorie, di storia. Qual'è un bel ricordo (anche non professionale) di Alessandro? <<Di momenti belli e intensi ce ne sono stati tanti per mia fortuna, se non altro per bilanciare quelli tremendi da cui mi sembrava non riuscire a venir fuori. Uno dei più belli è stato senz'altro quando mi recai in una fabbrica di dischi vicino Roma, e il titolare mi consegnò la prima copia del mio primo album: non potevo crederci. Mi venne da piangere e lo abbracciai>>.
- Che importanza ha per te il ricordo storico? Ricordare alle nuove generazioni avvenimenti, episodi e persone che - magari vissute in tempi lontani - hanno rappresentato una traccia per il futuro? <<Il ricordo è la nostra salvezza e speranza al tempo stesso. Bisogna tutelarlo e salvaguardarlo ad ogni costo. Noi siamo il motivo per cui altri sono esistiti prima di noi: non possiamo deluderli>>.
- Progetti, appunto, per il futuro di Alessandro Esseno? <<Un nuovo album in fase di lavorazione. La storia di un bambino con speciali qualità telepatiche al centro di un esperimento da parte di un gruppo di scienziati in una remota e segretissima località. La pubblicazione è prevista per la fine di quest'anno. E poi i concerti. Con un attenzione particolare per le persone meno fortunate di noi, i poveri, gli emarginati, i disabili. Non ultimi i nostri connazionali colpiti dal terremoto del 2016, che non possono e non devono essere abbandonati>>.
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