Trentenne in carcere, ubriaco in bici

10 dicembre 2024

Ha passato sei mesi in carcere dopo essere stato fermato ubriaco in bicicletta. La storia riguarda un trentenne originario dell’Emilia-Romagna, da oltre un anno trasferitosi a La Spezia, in Liguria. Il ragazzo non ha ricevuto la notifica a causa del cambio di residenza e la pena è diventata così inesorabilmente esecutiva. A sollevare la questione è stato Doriano Saracino - garante regionale per i diritti dei detenuti della Liguria - che ha deciso di rendere pubblico l’accaduto, nascondendo le generalità del protagonista, per sensibilizzare su questo cortocircuito della giustizia. 

IL CONTROLLO
Il controllo mentre era in bici?
due anni fa, quando ancora viveva in Emilia, l’uomo è stato intercettato da una pattuglia di polizia mentre si trovava in bici. Appariva alterato, a causa dell’alcol bevuto, e i controlli confermano un tasso alcolemico superiore a 1.5 grammi per litro di sangue. Non è nemmeno chiaro se stesse muovendosi sulla bicicletta, se fosse fermo o sdraiato al fianco. Di certo, non ha provocato né danni né ferite, a lui o altre persone. La sanzione viene notificata, e in casi simili sono previste una multa da 1.500 a 6.000 euro e l’arresto da sei mesi a un anno. La detenzione non diventa quasi mai esecutiva perché è possibile chiedere la sostituzione con lavori di pubblica utilità o con una trasformazione dei giorni di reclusione in un’ulteriore penale economica. Per farlo, però, è necessario procedere tramite avvocato con un’apposita procedura, da formalizzare entro 30 giorni dalla ricezione della notifica.
 
 
LA PRIGIONE 
Ecco cosa accade poi e da qui arriva il problema del 29enne emiliano. Lavora in proprio, non ha precedenti di alcun tipo, è impegnato in campo artistico, muovendosi spesso da un luogo all’altro e variando di conseguenza domicilio. Con ogni probabilità è il cambio di residenza tra l’Emilia-Romagna e la Liguria il fattore chiave perché la notifica non viene mai ricevuta, l’uomo rimane inconsapevole del decreto di condanna e forse non pensa più a quella multa ricevuta in bici.
A La Spezia, inizia a lavorare in un’autofficina ed è lì che la polizia giudiziaria si presenta, una mattina, per arrestarlo davanti al suo titolare e portarlo nella casa circondariale spezzina. Il tutto nello stupore generale, in primis del condannato. Nel carcere cittadino, viene subito messo sotto osservazione perché il personale del corpo educativo ritiene vi sia la possibilità concreta di atti di autolesionismo da parte di una persona completamente spaesata.
 
LA LIBERTÀ 
La situazione migliora grazie a un’educatrice che gli regala dei colori da tessuto, un dono che lo spinge a dipingere magliette, una dopo l’altra. Le prime creazioni sono affidate ai compagni di detenzione. Ora il 29enne è libero e in cerca di un nuovo lavoro, dopo il licenziamento dall’officina. I sei mesi di reclusione incisi nella fedina penale, in questo senso, non lo stanno aiutando.
 
di Vittorio Esperia
Foto ufficio stampa
 
 
 
© RIPRODUZIONE RISERVATA copyright www.ilgiornaledelricordo.it

News » CRONACA - Sede: Nazionale | martedì 10 dicembre 2024