CIPRESSO - L’ALBERO DEI CIMITERI
10 maggio 2020
di Daniela Dall'Acqua
Per antonomasia il Cipresso è il simbolo dell’immortalità, emblema della vita dopo la morte. Un elemento potremmo dire distintivo dei cimiteri stessi. Siamo abituati a vedere tali alberi maestosi nei sepolcri di tutt’Europa: una tradizione antica che riguarda non solo l’Italia. Ma per quale motivo i cipressi vengono piantati nei cimiteri? Quali sono le reali ragioni? In verità esse sono molteplici e non hanno a che fare solo con la religione. C’è una spiegazione scientifica…
I Cipressi sono un genere di piante sempreverdi appartenenti alla famiglia delle Cupressaceae e comprendono alberi che possono raggiungere anche i 50 metri di altezza. Presentano una chioma generalmente affusolata, piramidale molto ramificata. Per la sua verticalità assoluta, l’erigersi verso l’alto, il Cipresso lo abbiamo detto in apertura, designa l’anima che si avvia verso il regno celeste. I primi a far uso dei cipressi sono stati gli antichi Egizi, che però non li impiegavano per adornare i luoghi sacri, ma per costruire delle meravigliose tombe e sarcofaghi. Nella Grecia antica il cipresso era associato ad Apollo e Artemide. Era pure l’albero di Ade, dio dei morti. I sacerdoti di questi facevano delle corone con il fogliame e se ne cospargevano le vesti durante i sacrifici. I primi ad utilizzare i cipressi come ornamento sono stati invece i Romani. A tale pianta questi associavano l’immagine dell’elevazione spirituale verso l’aldilà. Un’immagine tra l’altro ripresa poi dal Cristianesimo, che però considerava esso addirittura come una pianta sacra: il legno di cipresso sarebbe stato usato in congiunzione con altri tre per formare la croce di Gesù Cristo. Le altre religioni hanno optato comunque per il cipresso per adornare i propri cimiteri: quelle orientali paragonavano quest’ultimo ad una fiamma sempre accesa, complice la sua forma.
C’è addirittura un racconto mitico di natura eziologica legato al cipresso raccontato nella leggenda greca di Ciparisso. Apollo, il dio del sole, si era invaghito della bellezza del giovane Ciparisso, che aveva per compagno un cervo addomesticato. Un giorno per errore Ciparisso colpì l’adorato animale con una freccia. Disperato per l’accaduto chiese agli dei di far morire pure lui.
A questo punto Apollo, commosso, lo trasformò in un albero al quale dette il nome di “Cipresso” appunto. Da qui deriverebbe l’associazione con tutto ciò è luttuoso, ma pure connesso all’eterno. La spiegazione scientifica come anticipato però c’è. La scelta del cipresso nei cimiteri non è casuale, ma ha una natura pratica. Il cipresso è stato adottato in larga scala anche grazie a delle caratteristiche particolari. In primis perché è un sempreverde: anche durante i periodi più freddi non perde le foglie, una proprietà che lo rende molto adatto in un ambiente, come quello funebre. Il suo vero punto di forza però sta nelle radici.
Queste infatti non sono come quelle dei comuni alberi: esse non si espandono orizzontalmente, ma bensì creano un intricato intreccio che si sviluppa soltanto in verticale. Questo significa che il cipresso può essere piantato anche in prossimità delle tombe senza creare problemi. Al contrario di altri alberi come ad esempio le querce non generano interferenze con i loculi dei defunti.
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News » CURIOSITA' | domenica 10 maggio 2020
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