TELEFONINO IN CLASSE: NO GRAZIE
09 gennaio 2020
di Giovanni Schiavo
Più volte si è discusso sulla questione smartphone all'interno delle scuole, ritenuto come una fonte di distrazione (e non solo). Su questo fronte arriva un'importante notizia che fa segnare la prima storica mossa da parte di una scuola contro l'utilizzo di questi dispositivi. Il primo provvedimento italiano "Phone Free" è stato preso dal preside di un liceo di Piacenza, utilizzando uno strumento che ha rapidamente preso piede negli istituti americani e che trova per la prima volta spazio all'interno di una scuola italiana.
Ad armarsi delle custodie Yondr, un progetto americano che crea eventi "Phone Free", è il liceo San Benedetto di Piacenza. Una bella sorpresa quella che troveranno gli studenti sui banchi di scuola, che non gli permetterà di usare il proprio dispositivo fino al suono della campanella. Ma come funziona esattamente questo dispositivo?
La custodia è dotata di una tecnologia schermante in grado di disabilitare tutte le funzioni del cellulare. Questa viene abilitata da una speciale base bloccante, simile ai dispositivi anti taccheggio, dal professore della prima ora. Anche durante la ricreazione i cellulari non saranno in grado di funzionare anche se i ragazzi potranno sempre tenerli a portata di mano. Yondr è un progetto nato principalmente per gli eventi musicali, sempre più rovinati e disturbati da questi dispositivi tecnologici. Non è raro trovare questi piccoli sacchettini di neoprene fuori dai cancelli di numerosi concerti anche di big come Ariana Grande, Guns 'N Roses e Alicia Keys.
Dopo l'entrata in commercio è iniziata la sperimentazione anche nelle scuole americane, ben in 300 istituti hanno aderito soltanto nel 2016. La proposta si è poi allargata a ristoranti, feste e tutti quei luoghi dove è vietata la condivisione di immagini o dove questi dispositivi rovinano i rapporti umani.
Ovviamente la notizia è stata accolta positivamente da tutti i docenti che sono sicuri delle potenzialità di quest progetto. In particolare il preside Fabrizio Bertanomi vede questa nuova sfida come un'opportunità per i ragazzi di andare oltre quello che accade sullo schermo di uno smartphone. A questa scelta si aggiungono motivazioni anche legate alla sicurezza e al cyber-bullismo presente nelle scuole.
Il trampolino di lancio di questi soprusi è sempre infatti un dispositivo mobile, preside e professori sono infatti sicuri che questo provvedimento possa anche ridurre fenomeni del genere. Prima di prendere questa decisione è stata spedita ad ogni famiglia una lettera che spiegava i motivi legati a questa scelta e i provvedimenti che sarebbero stati adottati. Anche in questo caso è stata accolta positivamente dai genitori dei ragazzi, il preside afferma inoltre, che nessuno ha avuto nulla da ridire al riguardo .
Staremo a vedere come e se funzionerà questa prima sperimentazione italiana e soprattutto come reagiranno i ragazzi a questa separazione forzata con i loro amati smartphone. Sicuramente ben vengano altre iniziative di questo genere, anche in quelle determinate situazioni in cui questi dispositivi stanno letteralmente logorando le relazioni sociali.
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News » CURIOSITA' | giovedì 09 gennaio 2020
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