MESSI SPOSA LE CIRQUE DU SOLEIL
15 novembre 2019
di Giovanni Schiavo
Il campione argentino e la sua storia protagonista in uno spettacolo al circo
Ho scoperto il loro nome quando si sono sciolti, dopo 16.000 sconfitte ed una sola vittoria. Si chiamavano Generals. Hanno dedicato una vita intera a fare da sparringe ingigantire la fama a stelle e strisce degli Harlem Globe Trotters, funamboli del basket. Pensavano che perdere per mestiere avrebbe assicurato loro un futuro tranquillo, ma i loro tirannici avversari-padroni un giorno li hanno licenziati. Temevano che il pubblico fosse stanco dei soliti perdenti (e dei facili vincitori).
Presto, però, anche gli Harlem finiranno nel vortice di quel PacMan dello spettacolo che si chiama Cirque du Soleil. Saranno in buona compagnia, insieme alle canzoni dei Beatles, le citazioni di Avatar e Leo Messi. Il piccolo immenso campione ha annunciato infatti sul suo account di Instagram che la sua vita sarà protagonista del nuovo allestimento/evento della famosa compagnia teatrale.
Mentre lui continuerà a collezionare applausi e trofei sul campo, trapezisti, acrobati, giocolieri sublimeranno il suo mito. Messi è un giocoliere del pallone e un illusionista che ha ingannato il destino. Anche il suo storico rivale Cr7 ha una storia di riscatto alle spalle, ma Messi di più. Ogni sua partita prima che una vittoria è la rivincita di un bambino, affetto da nanismo, diventato gigante. Il pallone, tra i suoi piedi, ha un'anima. Per questo il Cirque du Soleil l'ha scelto.
E lui? Perché il nouveau cirque e non un film, per esempio, come per George Best e altri campioni dello sport? Probabilmente perché i film hanno un ciclo di vita intenso e breve. Evaporano, finiscono nelle Library digitali, diventano presto memoria dimenticabile, mentre uno spettacolo del Cirque du Soleil è il trionfo della permanenza. Nello spazio e nel tempo. Ogni suo nuovo allestimento richiede altissimi investimenti iniziali: ogni spettacolo ha una sua Cattedrale, i cui costi si ammortizzano in anni e anni di tutto esaurito.
L'incontro tra Leo Messi e la compagnia franco-canadese, con uno spruzzo di ticinesità, grazie ai contributi di Daniele Finzi Pasca, ha la potenza esponenziale di un matrimonio d'amore e interesse tra un brand al settimo cielo e un campione che esorcizza a suon di goal il tramonto sotto la linea dell'orizzonte.
Quello tra Leo Messi e le Cirque du soleil è l'incontro naturale tra vincenti dello spettacolo. Se fosse vissuto in questi anni, Phineas Taylor Barnum non si sarebbe lasciato sfuggire l'incantatore del pallone. Aveva portato sotto il suo tendone anche Buffalo Bill e Toro Seduto, quando erano ormai comparse della Storia. Ma Barnum (forse) non era immortale come certe sue attrazioni e il più famoso spettacolo viaggiante del mondo, il Ringling Bros e Barnun & Bailey Circus, dopo avere spalancato gli occhi a bambini di ogni età per 146 anni, ha chiuso i battenti due anni a fà
"Muore il circo che non sorprende più, così come, quando qualcuno smette di crederci, muoiono le fate",hanno scritto romanticamente i quotidiani. Tutto era iniziato nel maggio 1871. Il circo moderno ha quasi cent'anni quando P.T. Barnum -è maggio- fonda il suo The Greatest Sow in the Earth, come un hobby di ritorno. Giornalista, sindaco della sua città, conferenziere, scrittore di bestellers Barnum aveva alle spalle invenzioni trionfali dai nomi roboanti e incendi devastanti. Sembrava aver scelto di ritirarsi ad ascoltare l'amata Opera italiana, ma quando la noia stava per dargli scacco matto ha chiuso con il rosso dei tramonti sulle White Mountain e da buon re Mida del tempo libero altrui ha scelto l'oro di nuovi "tutto esaurito".
Barnum amava vivere sul labile confine tra le false invenzioni e le false interpretazioni. Nelle sue stanze delle meraviglie si trovavano strumenti in grado di suonare tre motivi diversi, conchiglie mai viste, macchine misteriose e artigli di animali misteriosi. I pezzi più preziosi erano gli oggetti in cui era impossibile capire se erano naturali, o se l'uomo li aveva discretamente ritoccati. "Il pubblico vuole essere raggirato",aveva confidato Barnum.
Insieme alle sue invenzioni, Barnum si portava in giro per il mondo 500 uomini e altrettanti animali.La democrazia dello stupore di Barnum offriva per un penny gli Indiani dell'Iowa, che ignoravano il confine tra rappresentazione e realtà, i campanari del Lancashire, Mr Faber ed il suo automa plurilingue. Nella versione barnumiana del gioco della Morra la Meraviglia batte Ragione e Conoscenza impatta con Stupore. Nella realtà, la conoscenza dissolve gli altri due, o quantomeno li consuma.
Nel suo momento d'oro il Barnum & C. valeva a Wall Street più della Compagnia della Coca Cola: 1.700 miliardi di dollari. Ma i suoi treni viaggiavano contromano e il crollo è stato violento. "Non era più il nostro tempo",ha dichiarato il suo ultimo Amministratore delegato. Le azioni valevano ormai meno di zero e dall'alto dei cieli il grande P.T. avrebbe a malincuore approvato: una delle sue regole irrinunciabili era "non rimetterci quattrini".Così, in un giorno di maggio del 2017 i due convogli che avevano percorso per un secolo e mezzo le strade ferrate del mondo si sono fermati per sempre.
Saranno coincidenze, ma in quegli stessi giorni per un risarcimento della storia usciva sugli schermi di tutto il mondo un film blockbuster che raccontava proprio - romanzandola ulteriormente- l'incredibile storia del teorico dell'inganno "innocente": P.T. Barnum, appunto.Negli stessi giorni un suo ingenuo e tardivo seguace veniva arrestato per aver truccato da Panda due barboncini che esibiva nel suo quasi invisibile circo in agonia: "Me lo chiedevano i bambini", ha dichiarato a sua difesa. Senza i due cani da compagnia spacciati per animali in via d'estinzione- star delle fotografie negli intervalli- lo spettacolo non è più continuato.
È la prima coincidenza, ovviamente, che colpisce di più. Parla del destino di un genere spettacolare, destinato a dissolversi per diventare altro. E riaffiorare ancora più spettacolare di prima, in forma di eco, citazione, ricordo. Il Barnum doveva finire perché la sua anima nuova, il Nouveau Cirque (di cui il Soleil è il simbolo) continuasse a crescere, grazie alla sua filosofia mediaticamente alternativa.
Cambiare le attese del pubblico. E' quello che ha saputo fare il Nouveau Cirque. Con un triplo salto mortale ha cambiato la cornice e la prospettiva da cui guardarlo.
Anche l'isola di Sarah Ann non è mai esistita, ma era considerata il punto migliore da cui guardare le eclissi. Il pittore Walter Tandy Murch -racconta il figlio, montatore tra l'altro di Apocalypse Now- prima di dipingere un nuovo quadro stendeva la tela sulla strada e lasciava che le persone ci passassero sopra. Quando era coperta di impronte ci disegnava nature morte. Le tracce dei passi sottostanti Murch le chiamava appigli. Senza di loro, pensava il dipinto sarebbe scivolato via.
Il circo tradizionale è l'emozione primaria, l'appuntamento con la tradizione, la scrittura precedente. La realtà di partenza, come una fotografia per un quadro ipperrealista. Il Nouveau Cirque è l'eco di un'emozione che abbiamo rischiato di perdere. Vintage design. Lo stupore non più materia prima, ma prodotto di trasformazione. Che non chiede più allo spettatore la sospensione dell'incredulità, ma della gravità.
I programmi di salache accompagnano qualunque spettacolo di nouveau cirque potrebbe averli scritti il vecchio Barnum. Ognuno può trovarci quello che desidera:poesia, fragilità, mistero, suspense, magia, abilità, sorpresa, metafora, vertigine, malìa, brivido. E' la stessa essenza profonda del circo descritta da un anziano pagliaccio ad un Alexander Jodorovsky ancora in cerca della sua strada artistica: trapezisti che invitano a volare, prestigiatori che insegnano a osservare i miracoli, giocolieri che puntano all'anima profonda degli oggetti.
Tra i pochi grandi circhi classici che rimangono e la loro parodia (nel senso alto del termine) si è creata una fuga di riflessi. Un labirintico gioco di specchi. Il circo classico è tradizione, ciclicità, appuntamento. Il nouveau cirque è ricordo di un'emozione precedente .
La pulce atomica, Leo Messi, non sarà nello spettacolo dedicato alla sua storia. Ci sarà il suo cognome. Con il suo cognome aprirà al Cirque du soleil un mondo ancora inesplorato. Non basta falsificare, teorizzava Barnum. Bisogna che il falso offra al pubblico qualcosa che desiderava intensamente. Il nouveau cirque è il nuovo vestito dell'Imperatore. Quello che il pubblico continua a volere, ma con un alone di magia in più.
Basta un cognome, un titolo, per costruire un racconto esile e magnetico, sorprendente e sempre uguale a se stesso. Come nei Parchi a tema la struttura profonda dei numeri è sempre la stessa. Cambiano scenario, mood musicale, mondi evocati cuciti intorno a un fragile pre-testo narrativo. Il mito del piccolo grande uomo sarà applaudito per molti anni dopo il suo addio al calcio giocato. In fondo, lui e il Cirque du soleil sono fatti della stessa sostanza: merchandising, oggettistica, moda, accademia.
Tutti abbiamo una radice nel circo. Nel cielo o nella terra. Dipende dai punti di vista.
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