RAIM: IL TALENTO IN “LABIRINTO”
12 gennaio 2020
di Salvatore Taibi
- Come nasce RAIM?
"Avevo voglia di un profondo cambiamento nella mia vita artistica, sentivo la necessità di creare uno stile musicale che mi rappresentasse appieno. La svolta è arrivata quando ho incontrato il mio attuale produttore (Ciro Scognamiglio ndr) che è riuscito a capire e a realizzare ciò che avevo in testa. Per me è stato come rinascere e ho voluto scegliere un nome che rappresentasse questo rinnovamento. Un taglio netto col mio passato artistico."
- Come definisci il tuo genere/stile musicale?
“Il mio è un pop raffinato, colorato ed intrigante.“
- Come e quando hai incontrato la musica?
"A 5 anni ho trovato in casa una videocassetta del film Moonwalker con Michael Jackson e sono rimasto affascinato da lui e dalle sue canzoni. Ricordo che lo guardavo in loop per interi pomeriggi, lo preferivo ai cartoni animati. Ciò nonostante non ho iniziato subito a cantare perché ero un bambino timido, difficilmente mi mettevo in mostra. La musica preferivo ascoltarla e canticchiavo soltanto se ero da solo. Poi a 16 anni ho cominciato a prendere lezioni di canto e da lì è iniziato tutto."
- Tra i tuoi punti di forza c'è sicuramente la tua voce fatta di ottima tecnica e forza interpretativa. Come hai raggiunto questo risultato?
"Con molto lavoro e separando lo studio della tecnica, che richiede dedizione e intransigenza, dal lavoro sull'interpretazione che è un discorso molto ampio e si incrocia con quello della scrittura.”
- Nel tuo percorso artistico hai anche scritto canzoni. Ti senti più interprete o cantautore?
"Entrambe le cose. Le canzoni che canto adesso raccontano storie della mia vita e sono state scritte per me. Le sento profondamente mie anche quando non partecipo direttamente alla loro scrittura. Ma so che poi le canzoni diventano un po’ a tutti, perché chi le interpreta, così come ogni ascoltatore, ci mette del proprio e ci si lega per motivi strettamente personali.”
- Che ne pensi della attuale scena musicale italiana?
"Credo che oggi la scena musicale di qualsiasi paese sia sempre in continua evoluzione, quindi anche in Italia. La contaminazione tra i diversi generi musicali forse è l’aspetto più interessante di quest’epoca. Così come il contributo dato dall’innovazione tecnologica; ad esempio, stanno tornando molte sonorità del passato che, con i mezzi di oggi, stanno restituendo colori e sfumature diverse. Io penso che nel campo artistico siano giusti il cambiamento e l’innovazione; ogni epoca è unica e va vissuta come tale."
- C’è un artista italiano a cui sei particolarmente legato?
"Nel mio percorso artistico ho avuto il piacere di incontrare Al Bano Carrisi durante la mia partecipazione a The Voice of Italy del 2018. Al Bano ha dimostrato di credere in me in diverse occasioni ed è una cosa che mi ha dato grandi motivazioni. Tra le foto più preziose che ho c'è senz'altro il primo selfie fatto con lui".
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News » DISCHI VOLANTI, MUSICA IN RETE | domenica 12 gennaio 2020
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