“LASCIAMI GRIDARE”: L’ESTATE AL PAPEETE BEACH
21 agosto 2019
di Ilaria Cerioli
Su le mani: ovvero un tuffo nel Grande Gatsby romagnolo
Grazie ad un’amica girovaga, sbarcata a casa mia per il fine settimana, ho l’opportunità di vivere dentro al Grande Gatsby per due giorni. Come Mary Poppins, Giulia infatti è nota per portare ordine e allegria nella mia vita quando meno me lo aspetto. Così, dopo aver caricato le nostre figlie in auto e con Bruce a tutto volume raggiungiamo a Milano Marittima l’altra amica, quella VIP, nota conduttrice radiofonica, in diretta ogni giorno dal Papeete Beach. Curiosa di visitare finalmente uno dei luoghi simbolo della riviera romagnola, decido che per quarantotto ore il Paradiso può attendere. Pertanto, indugiando consapevolmente nel peccato mi lascio coinvolgere dall’atmosfera ibizenca. Se tutti parlano del Papeete un motivo ci sarà, no? Vi lavorano numerosi dipendenti; ha 4 stabilimenti balneari, un ristorante, un angolo sushi, due strutture alberghiere, campi sportivi e una discoteca. Insomma un complesso del divertimento a cui si aggiunge una linea di abbigliamento, produzione di musica e beach party. Ammetto che, nonostante sia un po’ kitch per i miei gusti (infatti preferisco a qualsiasi happy hour le spiagge più modeste delle isole greche) l’estrema cura dei dettagli non mi lascia indifferente. Apprezzo la pulizia impeccabile dei servizi e noto che la distanza tra gli ombrelloni permette agli ospiti la giusta privacy rispetto ad altri stabilimenti balneari dove vige la regola “mis casa es la tuya casa”. Dalla postazione privilegiata del mio lettino in prima fila, godo di un’ampia visuale perfetta per annotare sul severo taccuino della Ravennate Chic le diverse mise da spiaggia. Piccola avvertenza per le over quaranta: “Care signore, anche se i vostri due pezzi costano come un appartamento, ma non avete un fondoschiena scolpito, evitate la brasiliana. Vi prego lasciate alle vostre figliole adolescenti il trikini, il reggiseno a monospalla e in particolare il perizoma, perché dopo una certa si rischia inevitabilmente il ridicolo”. Così mentre osservo divertita gli outfit da spiaggia, compreso il tentativo di qualche siliconata di farsi stampare un bacio da qualche giovanottone, mi accorgo che al grido di “Oh mio capitano” molte persone accorrono verso il mare dove appare il nostro vice presidente del consiglio. Vuoi farti scappare questa ghiotta occasione con lui simil rock star?Assolutamente no. Così riprendo questa epifania per mia mamma, sua grande fan, ma soprattutto per dimostrare agli amici, nostalgici di CHE GUEVARA, che oggi la comunicazione politica si gioca solo sui social. Due tempi scandiscono la vita del Papeete Beach: quello precedente alle 18 e quello successivo. Fino alle sei del pomeriggio, infatti, è un bagno come tanti, frequentato ma tranquillo; dalle 18 in poi si trasforma. Diventa un’enorme discoteca dove si riversano giovani da tutta la riviera. I dj scaldano l’atmosfera con musica a volume alto e uno sciame di camerieri in magliette con logo del locale, portano sulle spalle casse di champagne. Un tizio apre platealmente bottiglie a sciabolate, per spruzzarne il contenuto sulla folla antistante, le ragazze ancheggiano e frotte di giovani uomini con cappellini in paglia festeggiano qualche loro amico destinato presto all’altare. Tutti ballano, esultano e sembrano molto felici. E’ incredibile come, nonostante il numero di persone superi le mille, non ci siano rischi: qui nulla, infatti, è lasciato al caso. Sembra di essere a un concerto a San Siro: ogni angolo è sorvegliato dal personale e, nonostante molti siano su di giri per addii al nubilato e celibato festeggiati con qualche mojito di troppo, non ci sono scene imbarazzanti con persone in stato di ebrezza avanzata. Il Papeete mi ricorda un grande villaggio turistico, dove ogni azione è finalizzata al divertimento. Qui è davvero vietato annoiarsi, esattamente come sulla nave da crociera extra lusso di David Foster Wallace in “Una cosa divertente che non farò mai più” (libro che ovviamente vi invito a leggere durante le vacanze). La differenza tra la crociera di lusso raccontata da Wallace e il Papeete? Nessuna: stesso trash, stesso orizzonte, ma vi assicuro che cantare “lasciami gridare” insieme alle amiche è stata l’esperienza più bella degli ultimi mesi. Pertanto buona estate al Papeete Beach.
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