Festa di Ognissanti: leggende del Sud

27 ottobre 2018

di Raffaella Iannece Bonora

Il 31 ottobre arriva una delle feste più attese dell'anno per grandi e piccini: Halloween. Ci si veste da streghe, fantasmi o vampiri, si va in giro a bussare alle porte per chiedere dolcetti o fare scherzetti, si intagliano le zucche... perchè? Perchè da alcuni anni (non così pochi) abbiamo iniziato a boicottare feste nostrane in onore di quelle anglosassoni o oltreoceaniche, decisamente più affascinanti ma, soprattutto, commercialmente più redditizie (solo in USA si superano gli 8 miliardi di dollari spesi ogni anno). E così tutti conosciamo Jack - o - lantern ma abbiamo dimenticato le leggende con le quali siamo cresciuti, quelle che ci raccontavano i nostri nonni per spaventarci e le canzoncine che ci sussurrava la mamma quando ci metteva a letto. Di leggende legate alla notte di Ognissanti ce ne sono tantissime ma tutte, purtroppo, boicottate in favore dello straniero. Tutte, tranne una. Esiste una cittadina, nel sud Italia, che da undici anni snobba Halloween a favore della cultura autoctona. Sarà perchè amano la tradizione o forse perchè si è fermato lì Cristo ma, ad Eboli, il 31 ottobre è la Notte dello Scorzamauriello. L'originale nome, probabilmente, deriva dal greco "Scopticos" che significa "nano burlone", e mauros" ovvero evanescente. La definizione gli calza effettivamente a pennello, perchè è questo lo Scorzamauriello, un folletto dispettoso che si mostra solo quando desidera. In altre culture è noto con nomi diversi, Munaciello, Monachicchio, Mazzamaurello, personaggi simili fra loro ma con alcune differenze. Nello specifico, lo Scorzamauriello ebolitano, è contraddistinto da un berretto rosso. Si narra che il furbo in grado di rubargli il cappello, lo renderà suo servo ricevendo in dono soldi e fortuna ma... guai a dirlo in giro. Lo Scorzamauriello ci mette un attimo a trasformarsi da gentile benefattore a terribile combinaguai. Ed è capace di tutto! Staccare i quadri dalle pareti, sporcare il bucato con bombe di fango, non far lievitare il pane, bruciare la pizza nel forno! Insomma, la lista di dispetti è lunga e fantasiosa. Diversi anni fa la zucca arancione si affacciò al sud ma, dopo una prima e giustificata curiosità, non ha trovato terreno fertile. E così quest'anno, ad Eboli, si terrà l'XI edizione de "La notte dello Scorzamauriello", "tra le più longeve ed apprezzate manifestazioni del territorio, capace di rimodularsi con intuizioni sempre nuove", così ha spiegato il sindaco di Eboli Massimo Cariello. La kermesse coinvolge diversi ristoranti del centro storico ebolitano che danno lustro alla cultura del proprio paese. Prima data dell'evento il 28 ottobre, un pomeriggio dedicato ai più piccoli, tutti insieme a godersi un inedito spettacolo del Teatro Nazionale dei Burattini Ferraiolo, Pulcinella si incontra - o per meglio dire si scontra - con lo Scorzamauriello. I festeggiamenti continuano con le cene spettacolo del 31 ottobre e del 1 novembre presso ristorantini tipici, dall'arredamento pittoresco, siti in borghi romantici che, per l'occasione, non solo offriranno un menù di prelibatezze del mezzogiorno ma impreziosiranno la serata con spettacoli musicali e teatrali. Ciliegina sulla torta "Scorzamauriello: tra mito e leggenda", un docufilm scritto e diretto dal regista ebolitano Guardabascio, che ripercorre gli antichi miti del territorio, rendendo partecipi i cittadini ma anche artisti di importanza nazionale come Eugenio Bennato e Claudio Madia. Non ci resta che mettere da parte scheletri e fantasmi, marinare la zucca e andarcene alla ricerca dell'emblematico berretto rosso e nero, specchio della dualità dello Scorzamauriello, nella speranza che, prendendo esempio da Eboli, tutt'Italia vada alla riscoperta delle proprie, affascinanti, tradizioni.

 

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