PARRUCCHIERE UCCISO DAI DATORI DI LAVORI
06 agosto 2023
di Paola Bonacina
Omicidio nel Genovese, ritrovato cadevere mutilato in mare
Mahmoud Abdalla, 19 anni, è stato ritrovato, a pezzi, mutilato, nelle acque del mare davanti a Santa Margherita (Genova). Voleva diventare un parrucchiere affermato e guadagnare bene per poter aiutare i genitori e i fratelli rimasti in Egitto. Aveva cercato un’altra barberia, dove gli potessero offrire uno stipendio migliore. L’aveva trovata a Pegli, e aveva deciso di licenziarsi. la sua scelta non è stata accettata dal suo ex titolare Mohamed Ali Abdelghani Ali, detto Tito e dal dipendente Abdelwahab Ahmed Gamal Kamel, chiamato Bob che lo hanno ucciso con pugnalate al cuore, al fegato e allo stomaco. Le telecamere hanno catturato le immagini di Tito e Bob mentre escono dall'appartamento sollevando a fatica, e per non fare rumore una valigia, dentro c'è il cadavere di Abdalla. Il trolley viene caricato su un taxi che porta i due barbieri a Chiavari. Alla foce del fiume Entella, altre telecamere, inquadrano i borsono contenenti presumibilmente i resti. Ricordiamo che le mani sono state ritrovate in quella zona a 300 metri di distanza una dall'altra, mentre della testa non c'è ancora traccia. Secondo quanto raccolto dai testimoni interrogati dai carabinieri diretti dal colonnello Michele Lastella, la vittima si lamentava spesso con gli amici per le condizioni di lavoro nella barberia di Tito e Bob. Venuti a conoscenza delle intenzioni del ragazzo, Tito e Bob sono andati a parlare con il nuovo titolare intimandogli di non assumere Abdalla perché avrebbero perso clienti. Numerose, poi, le telefonate dei due alla vittima per dissuaderlo dal suo intento. Abdelwahab Ahmed Gamal Kamel, 27enne, conosciuto come Tito, e un altro dipendente della barberia, Mohamed Ali Abdelghani Ali, detto Bob, di 26 anni, hanno confessato di averlo ucciso loro, pur accusandosi a vicenda e tentando di far credere che si fosse trattato di un incidente. Il loro movente è chiaro: è stata «la paura che, nel lasciare il lavoro, i clienti lo seguissero».
Mahmoud "è caduto sul coltello. Io l'ho ferito una volta sola perché mi si è avventato contro. Altre ferite? gliele ha procurate 'Bob'". Queste a quanto si è appreso le dichiarazioni rese da Mohamed Ali Abdelghani Ali, detto Tito. Secondo quanto affermato dall'uomo agli investigatori Mahmoud avrebbe litigato con Bob e li avrebbe minacciati di denuncia. Bob invece ha spiegato che Tito avrebbe litigato con Abdalla e gli avrebbe inferto varie coltellate e che lui si sarebbe frapposto, ma poi si sarebbe spostato per non ricevere un fendente. Bob Ha aggiunto che Tito, dopo avere ucciso Abdalla, avrebbe poi minacciato di morte lui e i suoi familiari, inducendolo così a non dire nulla e costringendolo ad aiutarlo per portare via il corpo in una valigia di grosse dimensioni di colore scuro, che entrambi hanno caricato su un taxi insieme alla valigia grigia con gli effetti personali di Abdalla. Tito avrebbe mutilato il cadavere tagliandogli mani e testa e lo avrebbe gettato in mare. Bob ha precisato di essersi sbarazzato della valigia dopo averla cosparsa di calce il giorno dopo. "Hanno avuto un atteggiamento leggero privo di pensieri”, così il Gip del tribunale di Genova nell'ordinanza di custodia cautelare. I due uomini sono usciti insieme nella notte, elemento che smentisce in modo certo che uno dei due avesse agito sotto minaccia o in preda al panico, si legge ancora nel provvedimento del Giudice per le indagini preliminari. Non solo. I due avrebbero collaborato spartendosi in modo quasi scientifico i compiti nell'omicidio. Il Gip continua "Due soggetti dall'indole irosa e vendicativa, propensi all'uso della violenza gratuita, a cui ricorrono per risolvere le controversie personali. L'indole violenta è comprovata anche dallo scempio del cadavere, mutilato a mo' di ulteriore sfregio e monito".
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