Esistono in generale 2 tipologie di persone per tipo di call:
- chi ama parlare al telefono
- chi preferisce scrivere un messaggio.
I due approcci alla comunicazione si estendono inesorabilmente dal privato all’ambiente lavorativo traducendosi in:
- call, per gli amanti della chiacchiera e dei messaggi vocali
- e-mail o chat (ormai di ogni tipo) per la seconda categoria.
In questo post mi concentrerò sugli amanti delle call che hanno bisogno di parlare, parlare, parlare….
Le call: interminabili conversazioni che allungano la vitaUno spot datato di una nota compagnia telefonica diceva che “una telefonata allunga la vita”.
Stando a questo presupposto potremmo essere immortali e non saperlo.
Si parte dal mattino con call di allineamento, per seguire con call sul dettaglio di un tema ben specifico, e così via sulla scia di telefonate di gruppo che si alternano tra video si e video no, metti il mute, togli il mute.
Finito l’aggiornamento, pensi di poter avere qualche ora per concentrati e scrivere un testo come si deve, ma senti il fastidioso rumorino che ti annuncia l’arrivo di una nuova call.
Incuriosita, interrompi le riflessioni, le ricerche, i tentativi di costruire un copy degno di lettura, e vai a controllare l’oggetto della prossima call e ti accorgi che bastava una mail per dirlo a tutti.
A volte penso che non ci sia più l’abitudine di scrivere, neanche in chat, e si parte con il messaggio vocale che è un vantaggio per chi lo fa ma una scocciatura per chi lo riceve.
Immagino ognuno di voi, nel momento in cui riceve un messaggio vocale ed è insieme ad altre persone, o addirittura in call o in video call e non può ascoltarlo.
Perché non scriverlo?
Quanto tempo si può perdere a scrivere una sintesi di un qualcosa?
“Faccio prima a chiamarti”.
No.
Tu fai prima, ma intanto mi interrompi e perdiamo ancora più tempo in chiacchiere di contorno inutili.
Si è vero, questa è la società che corre e si muove velocemente.
Siamo quelli che vanno di fretta. Ma magari se mi resta del tempo libero scrivo un post, o ascolto una canzone, abbraccio le mie bimbe senza avere un auricolare attaccato all’orecchio.
Ecco l’auricolare. Il prolungamento artificiale, ormai naturalizzato, delle mie orecchie.
Il silenzio nelle call: un nemico sempre in agguatoCi sono call in cui non c’entri un cazzo (diciamolo!!) e altre in cui il tuo contributo è davvero richiesto.
Generalmente, in questi casi, non vale il detto napoletano “Chiù ne simm’ e chiù bell’ parimm’!” (trad. Più ne siamo, più belli sembriamo), anzi è esattamente il contrario.
Più persone partecipano ad una call, più è inutile!
Si l’ho detto.
Dieci persone collegate, vuol dire o che è il caos, oppure che sono quelle tre/quattro persone a interagire tra loro con scambi di informazioni che vanno verificate con altre persone, che dovranno confrontarsi con i capi oppure che rimetteranno nero su bianco quello che è già stato detto per convalidarlo.
In sintesi, bastava una e-mail.
Più efficaci sono, invece, le call con poche persone, specie se sono operative e finalizzate a obiettivi specifici, altrimenti “ce la raccontiamo”.
Poi c’è chi “ti chiamo e ti dico”.
Vuol dire, non so o non ho voglia di metterci la testa, te la racconto così tu cerchi di capire la situazione, prendi appunti e tiri fuori un testo dettagliato. Ma nella chiacchierata vien fuori quello che hai fatto nel week end, la litigata col collega o la collega, lo stress da lavoro e insomma si riduce agli ultimi minuti il motivo della chiamata.
Ti ritrovi con tanta gentilezza elargita e poche note messe nero su bianco da cui dovrà nascere una guida ben farcita di indicazioni chiare e fruibili, oltre ad essere SEO friendly e con uno storytelling adeguato.
Ecco perché qualcuno dice, “Sabri puoi farmi la magia con questo testo?”. Per forza, in alcuni casi è davvero un po' come tirare fuori un coniglio dal cilindro!
Dilemma: call o video call?Ti chiamo o ti videochiamo?
“Videochiamami”, diceva Valeria Marini, in un altrettanto noto spot TV di un altrettanto nota compagnia telefonica (a me molto cara).
Ora è diventata realtà. Attivo o non attivo la webcam?
Generalmente si tiene spenta, ma se qualcuno comincia ad attivarla, e quel qualcuno ha una posizione gerarchica “importante”, compaiono pian piano tutti i faccini.
E non puoi esimerti dall’aprire anche la tua webcam per dimostrare che non hai niente da temere.
Una volta, non ero assolutamente pronta a mostrarmi a colleghi mai visti dal vivo (uno dei tanti effetti della pandemia), ma solo in video, e vedendo che improvvisamente avevano acceso le loro webcam, ho fatto una corsa in bagno per metter su un filo di trucco e rendermi accettabile.
Almeno pensavo, ma ho continuato con questa finta consapevolezza di poter essere presentabile in una video call che, poi, alla fine, ça va sans dire, serviva a bene poco.
“Guarda hai messo lo sfondo x, l’altra volta avevi lo sfondo y, ma in quale stanza sei?” e così i primi minuti, dopo aver parlato già per altri cinque minuti del meteo e dei colleghi stronzi, ma prima ancora “ehi, stai parlando con il mute”, oppure “mi vedi?”, “no, non ti vedo, ma ti sento” o “non ti sento ma ti vedo”.
Aiuto!
Quando sei in video call, inoltre, hai un’attenzione quasi strategica alle parole, che, in realtà, sfiorano solamente il tuo cervello, perché, di fatto, sei più concentrata a guardare gli altri.
La pettinatura di Tizio, il viso di Caio e lo sfondo di Sempronio.
In alcune giornate, quando il gioco si fa duro, anche i duri cominciano a giocare e accanto a me, quando sei riuscita ad avere quello standing professional, vedi comparire il ciuffetto di Bianca, che con il suo fare “poco invadente” arriva quatta quatta e si mette a salutare tutti i partecipanti.
Il bello della diretta!
Ma cosa succede, invece quando la webcam è spenta e il mute è attivo?
Cosa succede davvero quando sei in callCosa succede quando sei dietro allo schermo con webcam spenta e mute attivo lo sappiamo tutti.
Soprattutto quando è una call che non ci riguarda particolarmente o se va per le lunghe.
La noia prende il sopravvento e cominci a fare qualsiasi altra cosa pur di ingannare il tempo.
Tempo sprecato, perché non puoi concentrarti, in quanto devi sempre tenere un orecchio teso per capire se c’è bisogno del tuo intervento, e quindi cazzeggi su Internet, sui social o a chattare in parallelo con altri colleghi per commentare la call inutile.
Parliamone…
Quando la call è interessante, invece, vedi che tutto il mondo attorno a te comincia a fare i capricci. Citofono che suona, bimbe giocano in modo rumoroso, o, meglio ancora, sei a prenderle fuori la scuola e cerchi di intervenire il meno possibile per non disturbare con i rumori esterni.
Siamo sempre lì: scrivere una e-mail, un messaggio in chat, o via aeroplanino, così che si possa leggere al momento opportuno e con la giusta concentrazione, può essere una soluzione accettabile?
Ma la call è importante soprattutto per un motivo: far vedere e sentire che tu ci sei ed esisti.
- Ladonnariccia.it - BlogPost - Non dite a mia madre che faccio la Web Copywiter
Si, perché poco importa a qualcuno quello che fai e come lo fai, devi farti vedere e sentire.
Se non comunichi quello che fai è come se non l’avessi fatto, ahimè!
Qualcuno, esagerando, parla, parla, anche inventando argomenti a piacere, l’importante è dire qualcosa per fare volume, altrimenti non sei nessuno, anche se hai fatto il lavoro migliore del mondo.
Si, è un po' esagerato, ma il senso è chiaro no?
That's all.
Chi sonoDietro la DonnaRiccia c’è il lavoro creativo di una sognatrice freelance che ama la scrittura e il modo di raccontare il mondo con i colori e le sensazioni di chi non teme le sfide.
Sono Sabrina De Prisco e sono una copywriter che scrive per gli altri e per sé con la passione di chi ha voglia di mettersi in gioco costantemente e che non si accontenta della solita routine.
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