ALESSANDRA D'AGOSTINO E L'ELEFANTE BIANCO

30 gennaio 2017

di Roberto Dall'Acqua

- Alessandra come hai iniziato a occuparti di formazione nelle carceri? <<Da qualche anno, con la Compagnia di Teatro Emozionale/ Interattivo che ho fondato nel 2012, Into The Aquarius, portiamo eventi performativi anche all'interno di Case Circondariali e di Reclusione, un po' in tutta Italia. Accadde così che portammo uno spettacolo "E tu bacialo per me", da me ideato e scritto, all'interno della Casa Circondariale di San Vittore, al sesto secondo, ovvero il raggio dei sex offenders. Lo spettacolo piacque moltissimo ai detenuti, che chiesero al referente educativo di poter fare un laboratorio di teatro con me. Così iniziai con una quindicina di persone, tutte di sesso maschile, di età e di etnia diverse. Creammo una Compagnia, Non Voglio Farne Parte (perché, come disse uno dei miei allievi, chi vorrebbe fare parte di una Compagnia fatta da detenuti?), e uno spettacolo "Godot Reloaded" che performammo per la Giornata Internazionale del Teatro in Carcere nel 2015. Da allora ho portato il mio laboratorio teatrale anche al Sesto Primo, sempre a San Vittore, e recentemente opero nella Circondariale di Monza, con una ventina di utenti, anche qui tutti di sesso maschile. Stiamo lavorando ad un bellissimo progetto drammaturgico su "La Cattedrale" di Carver>>.

- Quanto ti arricchisce - professionalmente e umanamente - questa attività? <<L'educatore ha una grande responsabilità. Che non è tanto quella di impartire nozioni o concetti. Quanto piuttosto quella di appassionare, di motivare e di condurre, per mano, verso la (ri)scoperta delle proprie potenzialità, quelle inespresse, o quelle deturpate dalla vita e rese silenti dal macinare dei giorni. Nelle carceri la responsabilità è ancora più grande. Devi lavorare sul germoglio di umanità che è rimasto lì. Frozato, per usare un termine teatrale, o violato. Devi restituire fiducia. Ricostruire un tessuto emotivo frantumato. Questo è il senso autentico della rieducazione in carcere. Sono i miei allievi a insegnare a me, ogni sacra volta che li raggiungo nella clausura di quegli spazi: i nostri incontri diventano momenti di trasformazione reciproca, quasi come se si aprisse uno stargate di possibilità, di permesso, di volo>>.

- Se dovessi presentarti a chi non ti conosce cosa diresti di te? <<Sono una persona tenace e pragmatica. Che non crede all'impossibilità delle cose>>.

- Alessandra, inoltre, correggimi se sbaglio hai un estro artistico: hai creato The Aquarius? Di cosa si tratta? <<Into The Aquarius è nato nel 2012, come progetto teatrale pilota. Una creatura artistica, fragile e fortissima insieme. Un collettivo di competenze artistiche/ olistiche trasversali, che realizza eventi performativi di carattere emozionale/ interattivo. Nel 2016, dopo il riconoscimento, a livello nazionale, da parte di ASI DBN DOS, quale disciplina artistico olistica innovativa, è diventata una scuola di teatro vera e propria, all'interno dell'Associazione/ Scuola di Formazione che ho co-fondato, Elefante Bianco/ Officine Olistiche>>.

- Quale spettacolo o tua iniziativa professionale ricordi maggiormente? Che emozioni? <<Tutti gli eventi performativi che realizzo con i miei ragazzi di Into The Aquarius sono degni di ricordo e di commozione. Da ogni serata di prova, ai Monsters per il Fuorisalone, agli Into The Night, agli spettacoli nelle carceri. Più recentemente, posso ricordare con grande emozione, la neonata esperienza di sperimentazione teatrale creata con gli utenti della Comunità Dianova di Garbagnate Milanese>>.

- Quanto è complicato e faticoso essere donna oggi nel terzo millennio e nella società dei social media? <<Vivere è complicato. Essere se stessi è complicato. Mille volte più complicato dell'essere donna in un tempo così veloce e, per certi aspetti, anche crudele>>.

- www.ilgiornaledelricordo.it si occupa di memorie, di storia. Qual è un bel ricordo (anche non professionale) di Alessandra? <<Ho moltissimi ricordi. E anche quelli dolorosi sono straordinarie meraviglie di controluce>>.

- Che importanza ha per te il ricordo storico? Ricordare alle nuove generazioni avvenimenti, episodi e persone che - magari vissute in tempi lontani - hanno rappresentato una traccia per il futuro? <<Sono cresciuta con nonni e genitori che mi raccontavano storie. Tra letti e
balconi. In notti di insonnia e di capricci. Non avevamo nulla ma avevamo parole di memoria. Che poi erano di consolazione, rassicurazione, speranza. Ed è proprio ciò che mi ha reso robusta e schietta, nello sguardo, nella parola e nel gesto. Siamo figli del tempo. Di dolori sconosciuti. Di vittorie inaspettate. Di scoperte incredibili. Avere sacra memoria di ciò che è stato, restituisce rispetto consapevole a ciò che abbiamo e siamo ora>>.

- Progetti, appunto, per il futuro di Alessandra MR D'Agostino <<Moltissimi. Di cui, però, non parlo per scaramanzia :)>>.

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News » INTERVISTE - Sede: Nazionale | lunedì 30 gennaio 2017