FABIO MANUEL MULAS, ATTORE DOC

04 febbraio 2017

di Roberto Dall'Acqua

- Fabio Manuel Mulas come hai iniziato la tua carriera? <<Mentre ero arruolato come volontario nell’Esercito Italiano Nel 1997, mentre passeggiavo per le vie di Verona, dietro la famosa Piazza Brà, lessi in un volantino la possibilità di partecipare a corsi di dizione teatrali; iniziò così, per caso, il mio percorso cinematografico. Il primo passo ebbe avvio dal doppiaggio: per gioco ho iniziato a riprodurre i dialoghi di svariate pellicole per poi frequentare veri e propri corsi di Dizione e Recitazione Teatrale. Nel 2009 scrissi la mia prima opera “L’ignoto la Realtà” che, sempre per gioco, iscrissi ad un concorso. L’opera vinse il premio nazionale. Dopo quattro anni bissai il premio con l’opera “Riflesso”. Nel 2010 ebbi la prima vera esperienza d’attore in quanto venni scelto come co-protagonista nel film “Devil’s dogs – i cani del diavolo”, un film horror per la regia di Wladimiro Bersani girato nella Capitale e in Abruzzo. Quindi venni scelto, dopo una lunga selezione, ad interpretare, come protagonista il famigerato bandito Salvatore Giuliano per la regia di Giorgio Nanì la Terra. Il film poi venne affidato al maestro degli spaghetti western Enzo Girolami Castellari famoso per “Keoma”, “Quel Maledetto treno blindato” e “Bastardi senza gloria”, il rifacimento del film di Quentin Tarantino. Nel 2014 mi venne affidata la mia prima regia per Lucia Bosè e Giovanni Nuti in un recital di poesie di Alda Merini “Una piccola ape furibonda” svoltosi a Porto Cervo. Una volta rientrato in Sardegna iniziai a scrivere delle storie. Così nacque la prima sceneggiatura di un colossal medievale “Donoria”. È la storia di una principessa sarda scacciata dal suo regno dal padre perché si diceva che fosse una strega. Nel borgo medievale “Rebeccu”, una frazione di Bonorva, si tramanda ancora questa leggenda “ Rebeccu Rebecchei dae trinta domos non movei”. Lanciando questa maledizione la giovane Donoria lasciò Rebeccu e successe di tutto: dallo spopolamento del paese alla peste. A tutt’oggi, a conferma della maledizione, il borgo non conta più di 30 case e non è mai andato oltre. La sceneggiatura è già pronta per essere prodotta, mentre è in imminente uscita, per le edizioni Della Torre, anche l’omonimo romanzo che ho scritto con i miei collaboratori Pirastu e Pischedda. Con loro, nel frattempo, ho scritto la sceneggiatura di "Bandidos e Balentes - Il codice non scritto” che poi pian piano abbiamo realizzato non senza grandi sacrifici. Finalmente oggi il film sarà proiettato per far conoscere un pezzo di storia di Sardegna. Perché la Storia si può cambiare nel tempo ma non la si può dimenticare; né quella del passato né del presente. Il fatto di non parlarne non vuol dire che non esistano determinati temi; essi esistono e ci sarà sempre un bambino che nascerà e crescendo chiederà al padre o al nonno: “mi racconti qualcosa della Sardegna?” Da lì, come sempre succede nelle famiglie, si tramandano le loro storie, il loro vissuto e anche le storie di altri. Si ricordano, insomma, i racconti dei nonni che oggi costituiscono il bagaglio culturale che ci portiamo tutti sulle spalle e sulla mente. A tale proposito attualmente stiamo lavorando al film “Il sequestro Luca Locci” altro pezzo della storia della Sardegna che non va dimenticato>>.

- Quanto ti arricchisce - professionalmente e umanamente - fare l'attore? <<Fare L’attore ma più che altro il regista e produttore dei miei lavori tantissimo, perché non ho limitazioni imposte quindi posso esprimere pienamente la mia arte come la vorrei io, nella totale completezza di ogni progetto a cui vado a compiere>>.

- Se dovessi presentarti a chi non ti conosce cosa diresti di te? <<Fabio è un appassionato di cultura, tradizione e costume della Sardegna. Cresciuto sin da bambino nel mondo agro pastorale, fino ai 14 anni lavora in campagna come servo pastore dividendosi saltuariamente con la scuola. A 16 anni inizia a lavorare nelle aziende dell’Emilia Romagna: orfano di padre dalla più tenera età è costretto, come spesso accadeva a tanti altri giovani di quel periodo, ad emigrare per sostenere la famiglia. A 17 anni si arruola come volontario nell’Esercito Italiano ed entra a far parte della Brigata Sassari. Nei 7 anni di carriera trascorsi tra il Veneto e la capitale romana, dedica tutto il tempo di libera uscita a corsi di dizione e di recitazione. A 24 anni entra nei Vigili del Fuoco, corpo a cui ancora appartiene. Nel tempo libero si occupa di cinema, la sua grande passione maturata fin dall’infanzia>>.

- In che produzioni hai recitato e in quali hai tratto maggiori emozioni? <<Come già citato ho lavorato con Wladimiro Bersani nel film "Devil’sdogs" nel film sul "Bandito Giuliano" sceneggiato da Giovanni Fondacaro per la Albamed Production e per Lucia Bosè e Giovanni Nuti per Alda Merini, la maggior emozione sicuramente nel film "Bandidos e Balentes - Il codice non scritto" prodotto da me in cui recito una parte che a me tocca personalmente tantissimo scritto sulla mia persona>>.

- Quanto è complicato e faticoso essere uomo, oggi, nel terzo millennio e nella società dei social media? <<Più che faticoso bisogna fare molta attenzione alla semplice virgola che si scrive, perché tutto può far nascere una polemica o un malinteso, quindi più che faticoso bisogna fare molta attenzione specialmente io che sono una persona molto istintiva e socievole con chiunque, e sempre pronto a difendere il prossimo senza pensare al fatto che dovrei tenere un certo tipo di posizione visto il mestiere che faccio, ma purtroppo non sopporto gli insulti alle persone, la bassezza di altre, la cattiveria gratuita, il bullismo, la violenza sulle donne e su ogni essere umano e animale, sono fatto così e non cambierei una virgola>>.

- www.ilgiornaledelricordo.it si occupa di memorie, di storia. Qual'è un bel ricordo (anche non professionale) di Fabio Manuel?
<<Un bel ricordo è decisamente il lavoro del romanzo "Donoria - Sos jos de Donoria" per le Edizioni Della Torre che uscirà a breve tratto dal mio prossimo film in lavorazione un colossal medievale, esattamente i 9 mesi di studio sulla storia di Sardegna per documentarmi su questa storia che è Miti e Legende dell’Isola Sarda>>.

- Che importanza ha per te il ricordo storico? Ricordare alle nuove generazioni avvenimenti, episodi e persone che - magari vissute in tempi lontani - hanno rappresentato una traccia per il futuro? <<Ma sicuramente un valore importantissimo dai racconti dei nonni ai racconti dei pastori quando andavo i giro per gli ovili ad intervistarli per un mio progetto cinematografico e il fatto di vivere la loro quotidianità e i loro racconti ha arricchito il mio bagaglio culturale, quello che posso dire e consigliare ai giovani di oggi, di ascoltare attentamente i racconti dei nonni delle persone anziane e tramandarle perché sono sì ricordi, ma fanno parte del bagaglio storico culturale della Nostra amata Terra>>.

- Progetti, appunto, per il futuro di Fabio Manuel Mulas? <<Imminente il film "Il sequestro Luca Locci", il film kolossal medievale "Donoria" per il 2017 e 2018 poi c’è un nuovo progetto sempre cinematografico Internazionale molto importante a cui sto ancora pensando, studiando e documentando una storia molto triste riguardante un bambino molto particolare con una storia dietro al dir poco straordinaria>>.

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