Oggetti che ballano nel tempo
19 marzo 2025
Viviamo in un mondo in cui gli oggetti sembrano avere un genere: ci sono cose “da donna” e cose “da uomo”. Ma cosa succede quando scopriamo che alcuni di questi oggetti erano in realtà destinati al genere opposto? La storia è piena di sorprese e ci mostra quanto le convenzioni sociali possano cambiare nel tempo.
Partiamo da un’icona del guardaroba femminile: i tacchi alti. Nati nel XVII secolo, i tacchi erano inizialmente indossati dagli uomini, in particolare dalla nobiltà europea, per mostrare status e potere. Re Luigi XIV ne era un grande fan e i suoi tacchi rossi divennero un simbolo di prestigio. Solo più tardi, con l’evolversi della moda, vennero associati alla femminilità.
Passiamo ora a un accessorio tipicamente maschile: la borsa. Oggi molti uomini vedono la borsa come un accessorio femminile, ma in passato era l’opposto. Nel Medioevo e nel Rinascimento, gli uomini portavano piccole sacche per denaro e oggetti personali legate alla cintura. Solo quando i vestiti maschili iniziarono a incorporare tasche, le borse divennero un accessorio prevalentemente femminile.
E il rosa? Considerato oggi il colore per eccellenza delle bambine, fino alla metà del XX secolo era visto come un colore forte, adatto ai bambini maschi perché derivato dal rosso. Il blu, più delicato, era invece associato alle bambine. La percezione si ribaltò con il tempo, trasformando il rosa in simbolo di femminilità.
Anche il crop top, oggi considerato un capo iperfemminile, ha origini maschili. Negli anni ‘70 e ‘80 era indossato dagli atleti per permettere una maggiore libertà di movimento e per il comfort durante l’allenamento. Solo più tardi divenne un simbolo di sensualità femminile, soprattutto nel mondo pop.
Il perizoma, altro capo intimo oggi visto come esclusivamente femminile, ha in realtà origini maschili: quello originale non era così delicato come il suo equivalente moderno. Tuttavia, lasciava comunque scoperto il lato B di chi lo indossava. Era utilizzato dagli antichi egizi e successivamente dai guerrieri delle tribù indigene per motivi pratici e di comfort. Nel tempo, il suo utilizzo si è trasformato, diventando un capo della lingerie femminile.
E cosa dire del turbante? Questo accessorio è stato indossato per secoli da uomini in diverse culture, come simbolo di status, saggezza o spiritualità. Solo di recente è stato reinterpretato come un accessorio di moda femminile in Occidente.
Persino la Ford Mustang, oggi vista come un’auto maschile per eccellenza, fu inizialmente progettata e promossa per un pubblico femminile. Negli anni 60', Ford la commercializzò per le donne, con un ampio bagagliaio in grado di contenere la spesa. Ford la definì la "dolce metà del supermercato". Scelse persino con cura il colore rosso, abbinato alla tonalità di rossetto più amato dalle donne. Solo con il tempo è stata adottata come simbolo della cultura automobilistica maschile.
Persino la gonna ha un passato sorprendente. Indossata da uomini in molte culture antiche, dai Greci ai Romani, fino agli Scozzesi con i loro celebri kilt, la gonna era un capo pratico e dignitoso. Solo con l’avvento dei pantaloni come simbolo di modernità e produttività, divenne un capo prevalentemente femminile.
Questi esempi ci mostrano come la moda e gli oggetti che utilizziamo ogni giorno non abbiano un genere intrinseco, ma siano piuttosto il risultato di convenzioni culturali che cambiano nel tempo. Forse è il momento di liberarci da queste etichette e usare ciò che ci fa sentire più a nostro agio, indipendentemente dal genere a cui è stato originariamente associato.
di Giorgia Pellegrini
Foto libere da copyright
Video https://youtu.be/lyK6xbAbB-s?si=KzwLgkjumKwrjKnr
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