25 NOVEMBRE, BASTA VIOLENZA SULLE DONNE!
25 novembre 2016
di Mariangela Mombelli
L’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, nel 1999, scelse il 25 novembre come Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne. A proporre tale data fu la Repubblica Dominicana per ricordare il brutale assassinio delle tre sorelle Mirabal, avvenuto nel 1960, considerate esempio di donne rivoluzionarie per il loro impegno nel contrastare il regime di Rafael Leonidas Trujillo, il dittatore che tenne la Repubblica Dominicana nell’arretratezza e nel caos per oltre trent’anni (1930-1961). Patria, Minerva, Maria Teresa Mirabal si opposero fin dalla fine degli anni ’40 alle vessazioni del regime, prendendo parte a campagne di sensibilizzazione e di raccolta di mezzi per una rivolta civile dei propri connazionali. Nel 1949, durante la festa di San Cristobal, Minerva si alzò pronunciando parole dure nei confronti del regime, dando un nome alle violenze di Stato, alle vittime e ai carnefici, sfidando la censura e la repressione che era in atto e che si manifestava soprattutto nel controllo degli stili di vita delle donne. Nei primi anni Sessanta costituirono il "Movimento del 14 giugno", una resistenza armata con cellule in tutto il Paese, utilizzando il nome in codice Las Mariposas (Le Farfalle), la cui attività venne ben presto scoperta e repressa dal regime e i cui partecipanti vennero perseguitati , più volte incarcerati e torturati tra cui anche le tre donne e i loro mariti, che furono rilasciati in un secondo momento. Mentre si recavano a far loro visita in carcere, il 25 novembre 1960 le tre donne vennero intercettate dal Servicio de Inelligencia Militar , fatte scendere insieme al loro autista dall’auto su cui viaggiavano, trascinate in un luogo isolato e barbaramente assassinate. Il regime tentò di simulare un incidente, una tragica fatalità, e i cadaveri furono riportati sull’auto e fatta precipitare in un burrone, ma il piano per liberarsi del problema “Mirabal” si rivelò un fallimento per il dittatore Trujillo. La morte delle tre sorelle gettò il Paese in un lutto rabbioso e risvegliò le coscienze dominicane dando nuova forza alle manifestazioni contro il regime. L’opinione pubblica mondiale solidarizzò con la resistenza dominicana, il popolo reagì, e nel 1961, pochi mesi dopo l’uccisione di Patria, Minerva e Maria Teresa, Trujillo venne ucciso. Le sorelle Mirabal non sono state assassinate solo per le loro idee di libertà e per il loro coraggio di gridarle in piazza, ma anche perché il loro essere donne indipendenti, la loro ribellione contro l’oppressione del regime, irritava il potere dittatoriale maschile. Patria, Minerva e Maria Teresa sono diventate quindi, non solo le eroine della rivolta domenicana, ma il simbolo degli abusi subiti dalle donne. Dedé, l’unica sorella rimasta, morta nel 2014, si attivò da subito per mantenere viva la memoria e l’esempio delle sorelle, dando vita anche a una fondazione e a un museo in ricordo delle Mariposas e scrivendone la storia nel libro “Vivas in su jardin”. In un’intervista Dedé così ricorda il clima che si respirava nella società di allora in cui le sorelle furono assassinate: “Durante un’epoca di predominio dei valori tradizionalmente maschili di violenza, repressione e forza bruta, dove la dittatura non era altro se non l’iperbole del maschilismo, in questo mondo maschilista si erse Minerva per dimostrare fino a che punto, e in quale misura, il femminile è una forma di dissidenza”. Da allora il mondo continua a restare “maschilista” e la libertà delle donne continua a fare paura: dall’inizio di quest’anno sono oltre 170 le donne uccise in Italia per mano di mariti, conviventi o ex. La violenza maschile sulle donne non è un fatto privato, un’emergenza di ordine pubblico, ma un fenomeno trasversale e strutturale della nostra società che attraversa ogni aspetto dell’esistenza, controlla e addomestica i corpi e la vita delle donne: in famiglia, sui luoghi di lavoro, sui media, per strada… Perché l’universo maschile non si senta più minacciato dalla dissidenza femminile e dall’autodeterminazione delle donne, al punto da doverle eliminare, occorre un cambiamento culturale radicale che parta proprio dal mondo maschile tutto, a cui solo e soltanto fa storicamente capo il problema. #NonUnaDiMeno è lo slogan della manifestazione nazionale che la rete che porta lo stesso nome ha promosso per sabato 26 novembre a Roma: per dire basta ad un fenomeno continuamente riprodotto anche da politiche educative, sociali, economiche e da narrazioni sessiste dei media che incidono ancora pesantemente sulla vita delle donne.
Per partecipare alla manifestazione di Roma: https://nonunadimeno.wordpress.com/
Per partecipare alle manifestazioni di Milano: http://www.comune.milano.it/wps/portal/ist/it/partecipa/diritti/pari_opportunita/iniziative_delegata_passate/giornata_internazionale_eliminazione_violenza_contro_donne
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