LOUISE MICHEL, ANARCHICA TRA GLI ANARCHICI
03 gennaio 2017
di Mariangela Mombelli
<<… come l’ago di una bussola che, sconvolto da una tempesta, torna a cercare il Nord: e il mio nord è la Rivoluzione>>. Louise Michel
Il 29 maggio 1830 nasceva, nel Nord della Francia, Louise Michel, anarchica e rivoluzionaria, attiva insieme a numerose altre compagne, nelle giornate della Comune di Parigi in cui le donne si distinsero per le lotte per le conquiste sociali e per l’emancipazione femminile. Figlia illegittima nata dalla relazione clandestina tra una domestica, Marianne Michel, da cui prese il nome, e un nobile, Laurent Demahis, nel suo attivismo politico, sì batté per la rivendicazione della soppressione della distinzione tra donne sposate e concubine, e tra bambini legittimi e naturali. Con le altre comunarde lottò per l’abolizione della prostituzione considerata una forma di sfruttamento commerciale dell’essere umano sull’essere umano, ottenendo la chiusura delle case di tolleranza. Durante l’esperienza autogestita della Comune, il suo ardore, nell’affermare i principi della libertà e dell’uguaglianza sociale, le valse l’appellativo di Vergine Rossa e la espose all’arresto e alla conseguente condanna alla deportazione in Nuova Caledonia dove conobbe Nahatalie Lemel, anarchica facente parte della Comune di Parigi, che la condusse decisamente verso l’anarchismo. Ottenuta la grazia, nel 1880 ritornò a Parigi dove proseguì la causa rivoluzionaria questa volta con uno stile non più di stampo liberale, bensì anarchico, tra scioperi e comizi che la videro impegnata in Francia, Algeria e Inghilterra, dove assisté alla definitiva separazione tra comunisti e anarchici e alla fine dell’esperienza dell’Internazionale. Nel 1882 durante un comizio venne colpita all’orecchio da un colpo di pistola sparato da un monarchico: in quanto anarchica, Louise rifiutò la “giustizia” di uno Stato che non riconosceva e non si presentò al processo contro l’attentatore rinunciando a costituirsi parte civile nell’accusa contro di lui. È sua l’iniziativa, oggi accettata quasi unanimemente dai movimenti antiautoritari, di adottare a proprio vessillo la bandiera nera come il lutto al posto di quella rossa come il sangue. Morì il 9 gennaio 1905 a Marsiglia, dove si era recata per tenere conferenze sull’anarchismo e venne sepolta nel cimitero parigino di Levallois-Perret dopo un funerale laico che vide una straordinaria partecipazione popolare. Proprio accanto a quel cimitero oggi si trovano rue Louise Michel, la stazione della metropolitana gare Louise Michel e il ristorante Chez Louise. Un vicolo con lo stesso nome si trova nella periferia della capitale lussemburghese e anche a Bruxelles una grande strada porta il nome di avenue Louise; la onora la città di Grenoble e di recente le ha reso omaggio anche la toponomastica di Strasburgo. Invece, una piccola piazza senza nome nel quartiere arabo di Marsiglia è stata spontaneamente intitolata dalla popolazione place Louise Michel in nome della laicità e della libertà delle donne e ha mantenuto tale nome nonostante il mancato riconoscimento da parte delle autorità locali di tendenze destrorse.
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