Napoleone, il modernizzatore muore il 5 maggio
05 maggio 2016
di Giovanni Curatola
5 maggio 1821. Centonovantacinque anni fa moriva, nella lontana isola di S.Elena, Napoleone Bonaparte.
"Fu vera gloria?" si domandò Manzoni. Ma soprattutto, si domandano ancora gli storici oggi, fu l'affossatore o il continuatore di quella Rivoluzione Francese alla quale la sua ascesa al potere mise fine? Probabilmente entrambi: certamente che fu il continuatore degli ideali rivoluzionari di libertà, uguaglianza e fraternità lo si vede dai profondi mutamenti che apportò alla politica, all'esercito e alla società civile. Il generale fu altresi il giusto e provvidenziale affossatore di quella sanguinosa degenerazione della Rivoluzione che fu il giacobinismo. Se è pssibile fare un raffronto, come i partigiani comunisti nella Resistenza del 1943-45, i giacobini di Robertspierre cavalcarono un ondata rivoluzionaria già in essere per farla virare verso obiettivi diversi da quelli iniziali. Così questi personaggi diedero a una Rivoluzione nata semplicemente anti-nobiliare, un nuovo sanguinoso indirizzo antireligioso e antimonarchico. Così come i partigiani comunisti daranno, nel 1943-45, imporranno un indirizzo filo-sovietico e antidemocratico a una Resistenza giá nata semplicemente antinazista. È frequente nella storia che chi subentra con il sangue a rivoluzioni in corso le manipoli distorcendole a proprio vantaggio deviandole completamente dagli obiettivi per cui erano nate. Come è palese che a ogni azione fa seguito una reazione, così resta limpida ed eroica nella storia francese quella pagina della controrivoluzione contadina della Vandea in cui i monarchici cattolici diedero memorabili mazzate a quei comunisti ante-litteram che erano i giacobini instauratori di quel Terrore con cui a suon di ghigliottinate stavano decapitando un'intera classe sociale degradando i tradizionali usi e costumi francesi. E la Vandea insorse cantando:
"...Spade della Vandea,
falci della boscaglia,
baroni e contadini
siam pronti alla battaglia,
per vendicare chi morì sopra le ghigliottine
e riabracciare il sole di Francia
sulle nostre colline...
Sanguina il Sacro Cuore
sulla nostra bandiera,
e nella notte inizia
l'ultima mia preghiera:
Vergine santa, salva la Francia
dalla maledizione.
Rinasca il fiore della vittoria:
controrivoluzione!"
A Napoleone poi il gran merito di aver pacificato, affratellato, riordinato e modernizzato la Francia dopo le divisioni e le faide di una Rivoluzione di cui seppe prendere e perseguire solo il meglio, eliminandone e correggendone quelle sanguinarie e pericolose deviazioni materiali e morali che il giacobinismo le aveva imposto in corso d'opera...
Napoleone Bonaparte, Ajaccio, 15 agosto 1769 – Isola di Sant'Elena 5 maggio 1821
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News » PERSONAGGI | giovedì 05 maggio 2016
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