Appello per il liceo classico

30 agosto 2016

LETTERA – APPELLO PER IL LICEO CLASSICO

Al Presidente della Repubblica Italiana

Al Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca

Al Direttore Generale per gli Ordinamenti scolastici e per l’Autonomia scolastica

Per salvare e rilanciare il Ginnasio-Liceo classico in Italia, tutto bisogna fare fuorché snaturarlo, come vorrebbero alcuni, annacquando o sminuendo quella ‘prova chiarissima e semplice’ (Paola Mastrocola), nel suo funzionamento e per la sua oggettività, che è la traduzione dal greco o dal latino. Il calo delle iscrizioni registrato negli anni passati non deriva da una scarsa attrattiva delle discipline che vi si insegnano, né da una arretratezza delle metodologie utilizzate, che sono anzi in continua evoluzione e lontane da un grammaticalismo fine a sé stesso, ma principalmente dal fatto che ormai gli studenti non sono più messi in grado di sceglierlo consapevolmente e liberamente: dal ciclo scolastico precedente (le ‘medie’) è stata infatti eliminata la storia antica, e con essa l’ultima disciplina ancora riferibile al mondo classico. Soprattutto questa cancellazione – incomprensibile in un Paese con il maggior numero al mondo di siti considerati ‘patrimonio dell’umanità’ – sta soffocando gli studi classici, rendendoli, come accadeva una volta, socialmente elitari e discriminanti. Gli unici a poterli scegliere sono infatti ormai quasi soltanto coloro che li intraprendono per tradizione o indicazione familiare. Nostra opinione è invece che proprio la centralità dello studio delle lingue e delle culture classiche in uno o più indirizzi di studi superiori, coniugata con una salda preparazione in ambito scientifico, costituisca una ‘eccellenza’ da preservare che rende un ‘unicum’ il nostro Paese nell’intero contesto mondiale. La traduzione dal greco e dal latino rappresenta ‘l’attività più vicina alla ricerca scientifica, cioè alla comprensione di ciò che è sconosciuto’ (Luca Cavalli Sforza). Per affrontarla occorre infatti attuare una serie di operazioni mentali che sono tipiche di ogni metodologia razionale; senza contare che i linguaggi di un gran numero di saperi – non solo umanistici e filosofici, ma sociali, tecnici, artistici e scientifici – sono ampiamente costruiti su termini di origine greca e latina. Forse è anzitutto per questo che i ragazzi in uscita dagli studi liceali classici conseguono i risultati migliori in ambito universitario.

Lo studio delle lingue antiche deve inoltre essere sempre adeguatamente contestualizzato; appare perciò prioritario rendere di nuovo la Storia una disciplina autonoma, dotata di specifica valutazione e di spazi orari adeguati (e quindi non confusi, come ora accade, con la Geografia), nel biennio ginnasiale, proprio quando si approfondiscono le civiltà del mondo antico. Questo provvedimento, esteso anche agli altri indirizzi liceali, potrebbe costituire inoltre un potente strumento di integrazione per gli studenti sempre più numerosi che provengono da aree quali il sud del Mediterraneo, il vicino Oriente e l’Asia anteriore. Quei Paesi e popoli, è bene ricordarlo, hanno visto fiorire splendide civiltà diverse tra loro, ma tutte confluite in un percorso storico comune che le ha portate a condividere con l’Europa le vicende millenarie del mondo antico: come dimostrano gli splendidi resti archeologici e monumentali che ancora sorgono su tre continenti, da Palmira a Leptis Magna, da Afrodisia a Baalbek, da Cesarea a Zeugma. Allo stesso fine, andrebbe aggiunta all’esame di Stato, nell’ambito della prova scritta di Italiano, una traccia specifica rivolta principalmente agli studenti del classico, ad esempio relativa ai rapporti tra cultura greco-romana e mondo contemporaneo, nelle varie espressioni letterarie, artistiche e filosofiche.

Certi di interpretare il pensiero e la consapevolezza di molti docenti che insegnano ed operano in prima persona, e che più direttamente percepiscono le potenzialità e le difficoltà di questo indirizzo, chiediamo dunque di rivitalizzare e rilanciare il ginnasio-liceo classico, di non impoverirlo nei suoi contenuti e nei suoi caratteri fondanti, ma al contrario di arricchirlo di quegli apporti culturali che negli ultimi anni gli sono stati improvvidamente sottratti.

Task Force per il Classico

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News » RICERCHE E STUDI - Sede: Nazionale | martedì 30 agosto 2016