NASCE OGGI: BUON COMPLEANNO AMNESTY INTERNATIONAL
28 maggio 2019
di Giovanni Schiavo
Nasce Amnesty International: «Tutti gli esseri umani nascono liberi ed eguali in dignità e diritti» recita il primo articolo della Dichiarazione universale dei diritti umani. Un assunto che da mezzo secolo anima le battaglie di Amnesty International, una "luce" perennemente accesa in difesa della vita, della libertà e della dignità di ogni individuo. I valori espressi con la Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo del 1948, in risposta agli orrori della Seconda guerra mondiale, vennero intercettati da un movimento d'opinione internazionale, formatosi attorno alle prime organizzazioni non governative impegnate contro la pena di morte e in generale contro fenomeni di violenza, tortura e persecuzione giudiziaria. Sebbene alcuni paesi, come il Regno Unito e l'Italia (dove venne vietata dalla Costituzione del '48 e abolita per legge nel 1994 dal codice penale militare di guerra), avessero già intrapreso la strada dell'abolizione, la pena capitale restava in vigore in gran parte dei paesi. L'altra faccia della medaglia era rappresentata da sistemi carcerari disumani, adoperati come strumento di repressione dai regimi totalitari, come quello instaurato in Portogallo con un colpo di Stato da António de Oliveira Salazar. Il clima di censura imposto da quest'ultimo portò all'arresto di due studenti e alla conseguente condanna a sette anni di reclusione, colpevoli di aver brindato inneggiando all'indipendenza. La notizia indignò l'avvocato inglese Peter Benenson, già noto per il suo impegno civile, che lo aveva portato nel 1956 a fondare, con altri avvocati, il gruppo Justice, allo scopo di offrire assistenza legale a persone i cui diritti non erano garantiti. Il legale prese carta e penna e scrisse una lettera dal titolo "I prigionieri dimenticati", indirizzata all'editore del giornale The Observer. La lettera, pubblicata il 28 maggio 1961, divenne idealmente l'atto costitutivo di Amnesty International: «Aprite il vostro quotidiano un qualsiasi giorno della settimana e troverete la notizia di qualcuno, da qualche parte del mondo, che è stato imprigionato, torturato o ucciso poiché le sue opinioni e la sua religione sono inaccettabili per il suo governo. Ci sono milioni di persone in prigione in queste condizioni, sempre in aumento. Il lettore del quotidiano percepisce un fastidioso senso d'impotenza. Ma se questi sentimenti di disgusto ovunque nel mondo potessero essere uniti in un'azione comune qualcosa di efficace potrebbe essere fatto». Una chiamata all'impegno civile che venne ripresa dalle testate di altre nazioni e alla quale risposero migliaia di lettori, emulando la sua iniziativa nel pubblicare lettere e diffondere appelli in favore dei due studenti. Il crescente consenso spinse Benenson, a luglio di quell'anno, a convocare in Lussemburgo la prima conferenza internazionale degli attivisti di Amnesty. Quello che inizialmente doveva essere un appello per l'amnistia si trasformò in un'organizzazione non governativa, dotata di una sua struttura e con volontari in tutti i paesi. Altro passo fondamentale fu l'adozione del logo ufficiale, individuato in una «candela avvolta dal filo spinato», a simboleggiare l'impegno a far luce sui casi di violazione dei diritti umani e che venne ispirato a Benenson da un antico proverbio cinese, poi divenuto il motto dell'ONG: «Meglio accendere una candela che maledire l'oscurità». Il 10 dicembre 1961, nella chiesa londinese di Saint Martin in the Fields (in Trafalgar Square), venne accesa la prima candela; oggi in quella data si celebra la Giornata mondiale dei diritti umani. Le campagne portate avanti negli anni, contro la tortura, la pena di morte e gli omicidi politici, vennero supportate da un'attività di indagine nelle diverse realtà, che permise la pubblicazione di un rapporto annuale sullo stato dei diritti umani nel mondo. Ciò contribuì a sensibilizzare maggiormente istituzioni e opinione pubblica, nel riconoscere il prezioso impegno di Amnesty che nel 1977 fu premiato con il Premio Nobel per la Pace. Sostenuta da una rete di sette milioni di soci e sostenitori in oltre 150 paesi è oggi considerata la maggiore organizzazione che si occupa di diritti umani © RIPRODUZIONE RISERVATA copyright www.ilgiornaledelricordo.it |
News » RICORRENZE | martedì 28 maggio 2019
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