LSD, IL GRANDE VIAGGIO
20 novembre 2017
di Marco Maggioni
L'acido lisergico é la più bella droga del mondo, é indiscutibile! Anche il suono della sua definizione 'lisergico' rimanda a viaggi affascinanti, fuori del tempo, allucinazioni vere e proprie, esperienze ai confini col reale, fantascienza della visione . Ancora ricordo come fosse adesso quel muro tante volte snobbato sulla via di casa, vicino alle carceri, un muro antico del '500, scolorito, vissuto, umido e scrostato da secoli di usura del vento e degli sguardi. L'acido rompe l'abitudine, il consueto panorama dei tuoi occhi, si frastaglia in una miriade di colori , spezzetta quella parete quasi fosse un foglio di carta su cui spalmare gli effetti che vuoi a seconda del tuo umore . Era una gran festa quando qualcuno di ritorno da Amsterdam arrivava con una scatoletta ricolma di palline rosa rotondette, quasi medicinali alla vista innocui come confetti. Ne bastava la metà per essere 'fuori' per una giornata e mezza. E fu memorabile: non ricordo niente di così vivido e preciso come quei momenti, quella giornata e mezza mi ha lasciato una traccia indelebile non solo nel ricordo di ciò che vidi, ma soprattutto per ciò che capii di me e degli altri, e del mondo e dell'esistenza. Sembra troppo, ma una esperienza che in così breve tempo ti decodifica drasticamente il reale fino a percepire un abisso di potenzialità inespresse e ti dà la misura della nostra piccolezza di viventi e la nostra grandezza di esseri consapevoli, rimane indelebile nella memoria. Fu graduale il flusso perché bisogna dare tempo alla chimica di seguire il suo corso, una chimica che privilegia essenzialmente il sistema neurovegetativo , allargando allo spasimo l'apparato nervoso, il sistema 'simpatico', forse le arterie non so, con la influenza più evidente sul nervo ottico , l'iride che si spalanca come un buco nero del tipo astronomico dove l'occhio é in grado di risucchiare tutto ciò che lo sguardo incrocia, come una idrovora; tale é la meraviglia, la sorpresa di vedere quel muro così ordinario così abitudinario nel suo essere sempre stato lì, che osservarlo con altri occhi (é il caso di dirlo) é veramente sorprendente, talmente affascinante che stai come un ebete in mezzo alla strada magari per ore a osservare quello che succede su quel muro o meglio quello che credi che succeda su quel muro, poiché in realtà la tua nuova disponibilità ottica e visiva trasferisce su quella povera tavolozza una miriade di particolari che ti erano sfuggiti nella tua vita normale e allora con quale sorpresa e tensione e aspettativa crescente ti disponi a 'leggere' quella parete come se fosse un contenitore dell'universo: ne vedi e percepisci le crepe, le variazioni di colore, le stratificazioni e a seconda di come ti predisponi mentalmente e fisicamente vedi cose diverse; é il flusso chimico che toccando i centri nervosi trattiene o espande a seconda di come disponi il muscolo del collo, della pancia , dell'occhio , e ti distogli da quella visione solo quando per caso butti lo sguardo oltre ,subito attratto da nuove prospettive cromatiche, nuove forme e movimenti, magari da un passante, che a prima vista ti sembra mostruoso, spappolato nella sua struttura fisica , nel suo colore ordinario, nel suo incedere grottesco. E allora , curioso e giocoso lo insegui per capire anzi carpire il segreto della sua vera "forma" e scoprire che non esistono vere forme se non quelle che immagini, capisci che é una convenzione il nostro modo di vedere, potremmo vedere molto di più e molte cose di più se solo fossimo in grado di governare a nostro vantaggio l'enorme capacità delle nostre percezioni , la possibilità di scandagliare il reale fino a sminuzzarlo, sfogliarlo letteralmente col nostro punto di vista, aiutato in questo da una macchina visiva indagatrice e spietata. Nell'economia della nostra attuale esistenza evidentemente la specie umana non ha bisogno di vedere più di quello che vede, ma é sufficiente una sostanza che tocchi ed alteri le tue sensazioni per capire che ben ampie sarebbero le possibilità di vedere e percepire. Un mondo sconosciuto si apre, allo sgomento e alla meraviglia. Ricordo le ore passate con un fazzoletto bianco tra le mani contro luce impigliato nello stupore continuo incessante delle forme che si concretizzavano e svaporavano come ombre luminose finalmente rischiarate, forme complesse , vaporose, assecondate dalla mia intenzione, perché il bello era che ti sentivi assolutamente presente, voglio dire che le facoltà intellettive, il ragionamento, il capire, erano lì al servizio di qualcosa di inatteso, che non ti aspetti, e tale é la sorpresa che stai sempre a sorridere, non puoi farne a meno, sei come succube del piacere che provi, geloso quasi del privilegio di questa anomalìa visiva, tattile, uditiva. Capisci che quello che vedi é in buona parte indotto da ciò che tu vuoi vedere o rappresentare, é l'occasione insomma per materializzare in immagini e colori la tua personalità, sei convinto di questo e forse é vero, assecondi i tuoi umori, i tuoi impulsi, i tuoi desideri, ma soprattutto assecondi il tuo modo di concepire il mondo e la vita. La riprova l'ho avuta quando dentro ad una stanza passai tutta la notte con una persona conosciuta da poco , di scarsa cultura, ma di forte e animalesca presenza. Ero talmente soddisfatto di entrare in un gioco fatto di geometrie coinvolgenti, di spazi che potevo deformare a piacimento, di rumori che rimbalzavano opachi come sottofondi musicali, che non mi avvidi che l'altro si era messo in testa di uscire dal gioco entrandovi dentro. Voleva convincermi che noi due insieme avremmo fatto chissà che cosa, dominato il mondo e fesserie simili, voleva impormi la sua dipendenza alla mia presunta superiorità: voleva entrare in me ed io in lui. Con fastidio , per non cedere a questa sua illusione e paranoia, uscii di casa alle cinque del mattino. Percorsi le strade di Trastevere come trasognato e affascinato dalla sorpresa ; era come se vedessi per la prima volta quelle strade che conoscevo benissimo, me le ricordo vividamente anche adesso, come quadri, tutto il mio estetismo concentrato in quelle visioni di scorci, di campanili, di bugnati e di bianchi barocchi; una sintesi magnifica di un ordine universale, artistico, mi possedeva. Ero letteralmente estasiato, mi sentivo completo, appagato, mi appartenevo finalmente. Nel ritorno, dal basso del vicolo vedo in piedi sull'orlo della terrazza quel ragazzo che urlava di voler volare verso di me: in bilico oscillava allegro per raggiungermi lì sotto rapido. Con un brivido: "no, arrivo io da te!!" mi precipitai in casa e per evitare conseguenze nefaste, lo assecondai a desistere e docilmente ma fermissimo lo allontanai da casa, per godermi in pace lo scampolo della giornata che del resto doveva ancora iniziare. Passai le ultime ore dell'effetto LSD con un mio amico che, sobrio, mi portò al mare, dove aiutato dal sole scaricai a terra sulla sabbia e poi nell'acqua tutta quella elettricità accumulata, sentendo un gran benessere, come se fossi diventato un conduttore, un veicolo di fisicità inconsueta, e pian piano questa scivolava via dal mio corpo ritrovando la sua reale collocazione nei misteri della grande terra e nella soddisfazione comunque di ritrovare il benessere della mia normalità, e insieme la consapevolezza dei rischi possibili.
*
Il concetto di disgregazione si applica propriamente alla condizione di chi mette alla prova la propria innocenza, é questo il punto o l'assurdo. Cercare nuovi modi di sentire, può significare avvicinarsi all'annientamento: perché é vero che da una parte la ricerca del piacere si basa su di un rischio fondamentale: quello di dimenticarne altri forse più piacevoli; ma é anche vero che il piacere non ha limiti, é come mettere alla prova se stessi fino in fondo. Ecco, poiché un fondo esiste o per lo meno lo supponiamo per confronto e come scontro. Poi, oltre, c'è l'assenza o distruzione. O pregiudizio? Dove e quando fermarsi? forse quando é chiaro il motivo di scandalo che per comodità il piacere sostituisce: farlo uscire come un rutto e misurarsi col rischio che si ingoia. D'accordo, i motivi sono tanti, ma via! anche i pretesti per non scorgerli: e allora? inventarsi magari una regola contro la sregolatezza ma anche questa ha le sue regole e son quelle che piacciono, appunto! Il cerchio si chiude: è bell'e fatto. Affidarsi al buon senso non basta, perché forse proprio quello é il motivo che guasta: uccidere anche quello!! Cerchi insomma l'innocenza e nel momento che la pratichi la rinneghi, perché nonostante tutto l'etica vince su tutto e prevale l'enigma; si vive per questo!
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News » RIFLESSIONI DI VITA | lunedì 20 novembre 2017
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