De André, “Faber, il canto della terra”

15 dicembre 2024

“Faber, il canto della terra” è il monologo teatrale scritto da Giommaria Monti, interpretato dall’attore Fabrizio Passerotti con la regia di Raimondo Riu, che andrà in scena il 6 gennaio 2025 ad Oriolo, borgo meraviglioso in provincia di Verona.
Il monologo, completamente incentrato sull’anima cristica del poeta genovese, delinea e tratteggia in modo lirico i tratti distintivi della personalità del cantautore anarchico.
L’autore del monologo, Giommaria Monti, dimostra di essere un esperto conoscitore dell’animo umano, in grado di cogliere l’essenza dei versi e del mondo interiore di Fabrizio De André. 
“Faber, il canto della terra” ci mostra quale fosse la sua direzione, il monologo emana un fulgore che ci spinge in direzione ostinata e contraria.

Il verseggiatore ribelle appare come un angelo biondo, un fulgido seminatore di emozioni, capace di veicolare messaggi di pace, di giustizia sociale, di uguaglianza, di libertà e di speranza.
Sempre dalla parte degli ultimi, dei deboli, degli indifesi, degli emarginati, dei diversi, sempre dalla parte di coloro che sono ai margini della società, Fabrizio De André è stato uno dei più sublimi poeti della seconda metà del Novecento, in grado di essere perpetuamente coerente.
Il monologo dipinge un De André realistico, un De André attento osservatore della società, un De André indignato dalla parte dei reietti, un De André sognatore anarchico contraddistinto da un’anima bella, un De André che ha sempre temuto la disidratazione del cuore.
Temere la disidratazione del cuore implica, presuppone valorizzare la dimensione emotiva, sentimentale, immaginale, e questa era la strada imboccata da Fabrizio De André, fautore dell’utopia e della chimera, mediante le quali ha prospettato un mondo migliore.

Un cuore disidratato ha come conseguenza il disastro, un disastro che è padre delle ingiustizie sociali, delle disuguaglianze, delle oppressioni e delle discriminazioni, un disastro che è il frutto dell’aridità e della desertificazione emotiva.
L’anima del poeta genovese è riuscita a partorire un mondo in cui la ragione non soverchia i sentimenti, un mondo in cui si tende la mano al prossimo, un mondo in cui ogni nostro simile è un nostro fratello da amare e rispettare nella sua unicità.
Le poesie di Faber hanno un grande valore educativo, prima di ogni cosa ci insegnano cosa sia l’amore per l’umanità e cosa sia la pietas, la compassione, il rispetto per gli altri esseri viventi.
“Faber, il canto della terra” è un monologo imperdibile che ci invita a sussurrare: “Grazie di essere esistito Fabrizio De André’”

di Dalila Mancusi

foto ufficio stampa

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