IL VILLAGGIO GLOBALE SECONDO ZUCKERBERG
27 marzo 2017
di Carolina Polo
Differenti e opinabili sono i pareri delle persone riguardo allo strumento più popolare dell'ultimo decennio: FACEBOOK. Mezzo non usuale, e non tangibile, è la piattaforma virtuale più famosa al mondo per 'incontrare' persone. <<I social network possono favorire la creazione di una "comunità globale" sempre più necessaria in un mondo che tende a polarizzarsi e dove si stanno rafforzando le tendenze isolazioniste>>, afferma il fondatore di Facebook. Il Mondo certamente, in un'epoca di globalizzazione tende ad accorciare le distanze sia fisiche che relazionali tra le persone, nei commerci, nei viaggi; ogni campo del vivere quotidiano è stato completamente rielaborato e manomesso dalle nuove dinamiche dell' era globale. Numerose però, risultano le problematiche e, come afferma Zuckerberg, il genere umano è divenuto, allo stesso tempo isolazionista. Le città sono sempre più numerose. Le abitazioni assumono la figura di grandi edifici ad alta densità abitativa, non vi è più lo scambio interpersonale che era solito nell'Italia degli anni '50, dove la vita era di cortile, e la quotidianità era una continua condivisione con l'altro. In un solo, semplice edificio di Milano o Londra i dirimpettai non conoscono neppure il volto dell'altro. Sono vite frenetiche che lasciano pochi spazi alla socialità. Avrà allora ragione il fondatore di Facebbok ad dichiarare questo parere? I social network sono forse atti a rinsaldare questi legami ormai scomposti e divenuti rei? Egli afferma ancora: <<Ogni anno, il mondo diventa sempre più connesso e questo è considerato positivo però, ci sono ancora persone in tutto il Mondo emarginate dalla globalizzazione e movimenti che chiedono di ritirarsi dai rapporti mondiali. Le persone si trovano difronte sfide sempre più globali come il terrorismo, i disastri naturali, le malattie, le crisi dei migranti e i cambiamenti climatici; prove che richiedono risposte coordinate da un punto di osservazione mondiale. Il progresso richiede che l'umanità si riunisca, non solo nelle città o nelle nazioni, ma in quanto comunità globale. L'investimento di sempre maggiori risorse a tale bisogno. La mia speranza è che un crescente numero di persone impegni la propria energia per costruire l'infrastruttura sociale a lungo termine necessaria a riunire l'umanità>>. Un miglioramento dei rapporti di scambio internazionale che ha determina allo stesso tempo però. un allontanamento delle persone. Una perdita dei contatti, anche più intima tra gli individui. Le piattaforme sociali quindi, se usate con parsimonia e giudizio, non potrebbero quindi, che giovare nel connettere tra loro le persone, magari lontane a rimanere vicine, se non fisicamente, per lo meno nell'animo. Resta all'accortezza del fruitore, la sensibilità nell'utilizzo di queste tecnologia. Il villaggio globale non deve comunque venire configurarsi come una realtà aumentata, ma attiva, proficua e concreta. Il troppo stroppia sempre.
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News » TECNICA E TECNOLOGIA | lunedì 27 marzo 2017
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