WhatsApp, con le e-mail quanto inquiniamo?
25 dicembre 2024
Mandare una e-mail dal telefonino genera 0,2 grammi di CO2 e così accade se anche chi l’ha ricevuta l’ha guardata dal suo cellulare.Se invece si è trattato di una mail più impegnativa, magari inviata dal computer, avete consumato 1,7 grammi. E il numero aumenta ancora con la presenza di immagini o file pesanti in allegato. Il peso delle emissioni generate dalla nostra posta elettronica negli anni si riduce — perché migliora l’efficienza energetica dei nostri dispositivi — ma aumenta il numero di e-mail che inviamo e la nostra attività online aumenta.
Il dato però non riguarda solo le e-mail: secondo Nature Communications, circa il 40% delle nostre giornate lo passiamo online, e oltre due ore al giorno sono spese tra social media e video in streaming. Una "dieta digitale" quindi non solo migliorerebbela nostra salute mentale ma avrebbe anche un impatto benefico sulla terra.
Secondo l’associazione scozzese Zero Waste, ogni settimana le nostre attività online immettono nell’atmosfera circa 8,62 kg di CO2, pari a un viaggio in macchina di 50 km. Una stima tedesca che considera anche le emissioni derivanti dalla produzione dei dispositivi digitali che utilizziamo porta il dato scozzese, arrivando a circa 850 kg l’anno.
Per calcolare le emissioni generate dalle e-mail entrano in gioco diversi fattori, in primo luogo il dispositivo utilizzato: un vecchio computer ha un impatto maggiore di un telefono di ultima generazione, che consuma meno energia. Bisogna poi considerare il tempo che il mittente impiega per scrivere il messaggio, quello necessario al destinatario per leggerlo e il numero di persone inserite in copia. Il peso delle emissioni aumenta con la presenza di allegati come immagini o file di grandi dimensioni, e anche il logo dell’azienda in calce contribuisce ad appesantire l'email.
Ma l’impatto maggiore è dato dall’energia utilizzata per inviare la mail e dall’efficienza dei data center attraverso cui passa il messaggio.
Dal 2018 al 2022, il consumo di elettricità da parte di 13 dei maggiori operatori di data center è più che raddoppiato, tanto che si stima che i data center nel mondo abbiano consumato una quantità di energia pari a quella della Francia nel 2022, cioè 460 terawattora.
Le emissioni aumentano anche per la crescente domanda di elaborazione e archiviazione dei dati per le nuove tecnologie come l'intelligenza artificiale le reti mobili di quinta generazione (5G), che richiedono più acqua per il raffreddamento dei server e più energia.
Sempre nel 2022, i data center e gli uffici di Google hanno consumato più di 21 milioni di metri cubi di acqua.
Più del 90% degli italiani usa Whatsapp. E quasi tutti sono in almeno un gruppo dell'app: una chat di gruppo consuma in media 2,35 kg di CO2 a settimana. Essere connessi alla rete Wifi aiuta a diminuire l'impatto, perché permette di risparmiare dati, specialmente per aggiornamenti e backup. Le emoji, essendo già presenti sul dispositivo, hanno un impatto minore rispetto a immagini e alle Gif, che vengono salvate sul dispositivo che le riceve.
La popolarità dei videogiochi è cresciuta esponenzialmente negli ultimi anni, e ciò ha reso questo passatempo un’attività con una forte impronta di carbonio. Secondo Zero Waste Scotland, completando un gioco come Fortnite si producono 5.400 g di CO2e, un dato paragonabile a un viaggio in aereo di 41,5 km. L’impatto maggiore nel gaming deriva dal download dei giochi, dagli aggiornamenti e dal cloud gaming, che include quei videogiochi eseguiti su dei server remoti e trasmessi ai computer dei singoli giocatori.
Per quanto riguarda la musica invece, ogni volta che ascoltiamo un brano musicale in streaming produciamo circa 1,9 g di emissioni di CO2, ma il consumo energetico si riduce se scarichiamo le playlist e le ascoltiamo offline, poiché i dati vengono prelevati dal server una sola volta.
di Vittorio Esperia
Foto ufficio stampa
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